Oggi l’ultimo saluto a Dario Fo, la camera ardente  al Piccolo Teatro Strehler ha aperto le porte ieri, le visite iniziate alle 9.45 termineranno alle 12 odierne quando il feretro partirà con un corteo verso piazza Duomo dove verrà celebrato  il funerale laico.

“Sarà un successo, un qualcosa di esplosivo e scoppiettante, con le bande di strada a partire dagli Ottoni a scoppio. E sono contento che avverrà in piazza del Duomo,  Milano potrà partecipare in massa” così  Mario Pirovano, grande amico e storico interprete dei monologhi del premio Nobel descrive quello che tra poche ore succederà per dare l’ultimo saluto a Dario Fo, quasi una specie di festa.

Intanto continua l’eco polemico del post pubblicato da Jacopo Fo, figlio di Dario, sul finto buonismo post mortem del papà: “Sì, adesso sono tutti a celebrare Dario. Dopo una vita che han fatto di tutto per censurarlo e colpirlo in tutti i modi. Vaffanculo. Onore a Brunetta che ha detto che mio padre non gli è mai piaciuto” “e anche Milano che adesso lo celebra non gli ha mai voluto dare uno spazio”. Si susseguono i commenti di tanti cittadini comuni che consigliano a Jacopo di non cedere alla retorica e di comprendere che se tanti lo hanno odiato, tantissimi lo hanno amato. Arriva anche la risposta del Ministro della cultura  Franceschini :”Leggendo quel post, l’ho detto anche a Jacopo, capisco ci sia una certa rabbia. È naturale che, quando si vive un dolore e si ripercorre una vita, si veda anche qualche eccesso di retorica nelle reazioni”.

“Io penso che abbia dato più di quanto ricevuto- dice il sindaco di Milano Sala– non ci sono grandi segni di omaggio a lui e cercheremo di rimediare. Oggi è una giornata piovosa, tipica milanese ma io ho in mente la sua risata”.

Lo piangono tutti i grillini che perdono, per dirlo alla Gramsci il loro “intellettuale organico”, Di Battista augura “a tutti gli italiani di avere una vita come la sua. Era veramente un uomo libero. Noi abbiamo avuto la possibilità di conoscerlo per pochi anni, gli italiani per tanti anni” . Arriva anche la corona di gerbere gialle e rosse con un nastro con la scritta “sindaca di Roma”. E dopo l’ultimo saluto a Dario Fo e la  “festa senza politica e piena di canti” che immagina Bisio, il feretro verrà portato al famedio e il Maestro potrà finalmente tornare accanto alla sua amata Franca Rame.

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