Concorsone per 10mila statali: il Renzi show

Abolizione di Equitalia e concorsone per 10mila statali, così affascina l’assemblea dell’ANCI il premier Matteo Renzi. «Si tornerà a fare i concorsi, una cosa che è mancata in questi anni: possiamo immaginare di avere tra infermieri, forze dell’ordine e spero medici, 10 mila unità. C’è fame di lavoro. Ci sono palazzi romani in cui il turn over va bene al 25 per cento ma per le forze dell’ordine e per gli infermieri, professioni così impegnative, un segnale ci sarà».

 

Dopo un lungo discorso sull’emergenza turn over e l’intento di rottamare la filosofia checcozaloniana nella pubblica amministrazione, il Fonzie toscano lancia l’allettante messaggio del concorsone per 10mila statali: «Una delle sfide più importanti è il rapporto con la PA e i nostri dirigenti, la fiducia è fondamentale. Deve essere un valore servire lo Stato, l’impiegato pubblico deve sentire l’onore del servizio, chi lavora con noi deve sentire l’orgoglio di servire il tricolore. Chiaro, poi bisogna anche sbloccargli i contratti ma va rovesciato l’approccio che c’è stato finora».

Ma il vero problema, bisognerebbe rammentare a questo Governo così diligente, non è la mancanza di concorsi, quanto l’adempimento nel rispettare i bandi usciti, le domande inviate, le aspettative dei candidati, i vincenti e gli idonei, tutto in tempi ragionevoli e circoscritti prima dell’età pensionabile, che oltretutto difficilmente si raggiungerà. Proprio come accaduto per il concorso all’ICE, l’Istituto nazionale per il commercio estero per 107 posti, conclusosi nel 2010, con un pugno di mosche: una graduatoria condivisa con il Ministero della Giustizia e i vincitori che dopo 6 anni si ritrovano a lavorare per un altro ministero e in qualunque parte d’Italia, oppure costretti ad accontentarsi di contratti con scadenza. Eppure il bando prevedeva l’assunzione con contratto a tempo indeterminato a Roma, e il concorsista decideva di partecipare proprio in virtù di quanto previsto. E ancora quello per 300 istruttori di polizia municipale per Roma capitale, in costante dinamismo tra stallo e finte speranze.

 

Due dunque i provvedimenti presi, l’abolizione di Equitalia – per la creazione di un modello che speriamo non si diversifichi solo nel nome dal precedente – e l’annuncio del concorsone per10mila statali dopo precedenti inadeguati. Tali misure esigono coerenza e concretezza perché se non si desidera un impiegato alla Checco Zalone, figuriamoci un governo.

 

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