83 no e il Consiglio d’Europa boccia rapporto maternità surrogata
83 no, 77 sì e 7 astenuti: così il Consiglio d’Europa boccia il primo rapporto sulla maternità surrogata. Una vittoria per le donne e gli uomini che si battono contro la pratica dell’utero in affitto.
Il primo rapporto sulla maternità surrogata è stato bocciato. Il documento, proposto dalla senatrice verde e ginecologa belga Petra De Sutter, chiedeva l’introduzione di forme specifiche di tutela per i bimbi nati dalla cosiddetta pratica dell’utero in affitto e avrebbe dovuto raccogliere i due terzi dei votanti per essere promosso.
La sua prima stesura risale agli inizi del 2015. Sono state presentate dalla donna diverse “risoluzioni e raccomandazioni”, che le hanno procurato diverse contestazioni fino alla richiesta di farle togliere l’incarico.
La donna è stata accusata da diverse associazioni e movimenti politici di vari Paesi di voler introdurre in modo forzato questa pratica, vietata in vari Stati membri del Consiglio.
La senatrice nelle scorse settimane si era cercata di difendere affermando che il suo rapporto aveva il semplice obiettivo di introdurre alcune linee guida comuni per proteggere i diritti dei bambini nati da accordi di maternità surrogata.
Fondamentale ai fini della bocciatura è stata anche la pressione esercitata dal movimento internazionale Stop Surrogacy Now e delle femministe di Corps.
Eleonora Cimbro, deputata Democratica della Delegazione italiana del Consiglio d’Europa si dichiara “molto soddisfatta del duro lavoro che abbiamo portato avanti in questi mesi. Il voto di oggi sancisce di fatto la fine di questo tentativo di sdoganare la maternità surrogata”.
Sono stati 83 i voti sfavorevoli, una vittoria per tutte quelle donne e uomini contrari ad una pratica che mercifica il corpo delle donne e fa dei bambini un prodotto.
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