Diritto all’aborto in Europa: la protesta in nero delle donne polacche

protesta in neroAlcuni avevano già data per persa la battaglia intrapresa dalle donne polacche che il 3 ottobre, sotto lo slogan Czarny protest – protesta in nero –, erano scese nelle piazze di tutta la Polonia per manifestare contro una proposta di legge che avrebbe corroso il loro già risicato diritto all’aborto. Invece ce l’hanno fatta e la lotta per i loro diritti riproduttivi ha condotto al respingimento della proposta di legge che avrebbe permesso la possibilità di abortire solo in caso di grave pericolo per la vita della madre e che avrebbe previsto, inoltre, un innalzamento della pena a cinque anni per le donne e i medici coinvolti nella pratica dell’aborto. Una proposta di legge ingiusta e crudele in un paese come la Polonia, che dispone già di una delle leggi sull’aborto più restrittive d’Europa, che contempla l’interruzione di gravidanza solo in caso di stupro o incesto, di patologia irreversibile del feto e di grave pericolo per la madre, e che costringe migliaia di donne polacche ogni anno a ricorrere all’aborto clandestino o a recarsi all’estero.

protesta in neroIl 3 ottobre quindi, decine di migliaia di donne, vestite di nero a simboleggiare il lutto per i loro diritti negati, hanno boicottato i loro posti di lavoro, le lezioni universitarie, gli impegni quotidiani e hanno scandito a squarciagola slogan come «l’utero è mio, la scelta è mia», «le donne vogliono riconosciuti i loro diritti fondamentali». Un’attivista del movimento organizzatore della mobilitazione, Agnieszka Graff, ha dichiarato che «la protesta è stata più grande di quanto ci si aspettasse. Le persone erano stupite. Varsavia era gremita di donne in nero. È stato meraviglioso sentire l’energia e la rabbia. L’intensità emozionale è stata incredibile».

Il 6 ottobre, il parlamento polacco ha respinto quasi all’unanimità la nuova proposta di legge che avrebbe permesso l’aborto solo in rarissimi casi, segnando un imbarazzante intoppo per il governo guidato dal partito conservatore Pis, Diritto e giustizia – il cui indice di gradimento è sceso ai livelli minimi rispetto alle elezioni dello scorso anno – e per la Chiesa Cattolica. La protesta in nero è quindi riuscita a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione e alcuni sondaggi indicano inoltre un crescente sostegno alla liberalizzazione delle leggi sull’aborto esistenti.

protesta in neroNon c’è ancora nessuno strumento di tutela dei diritti umani dedicato ai diritti riproduttivi, ma tutte le donne in Europa, come hanno dimostrato anche le irlandesi, scese in piazza per reclamare il diritto all’aborto nella loro March for Choice, sono pronte a lottare per conquistarli. La polacca Krystyna Kacpura, membro dell’European Society for Contraception and Reproductive Rights, in un articolo scritto per il The Guardian, ha affermato: «continueremo la nostra battaglia a livello europeo. Non sono mai sono stata così fiera di tutte le donne europee e polacche. Non saremo mai più le stesse».

 

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