March for Choice a Dublino, per il diritto all’aborto
Pochi giorni fa si è svolta a Dublino la March for Choice, la Marcia per il Diritto delle Donne all’Aborto. Migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare. Di questo tenore gli slogan delle attiviste presenti alla March for Choice: “Non la Chiesa, non lo Stato, le Donne decidono il loro fato”, e ancora “Tieni i tuoi rosari fuori dalle mie ovaie”. Gli Irlandesi presenti in ogni angolo del pianeta hanno manifestato a favore dell’aborto. Ci sono state manifestazioni a Londra, Berlino, Parigi, Bruxelles, Toronto, Melbourne, San Francisco, New York.
Gli attivisti che sostengono la Campagna per il Diritto all’Aborto chiedono la revoca dell’Ottavo Emendamento. Tale Emendamento (che assegna priorità assoluta al feto) fu inserito nella Costituzione Irlandese dopo il Referendum sull’aborto, nel 1983. Da quel momento l’aborto divenne incostituzionale. Ma oggi una nuova generazione di donne è cresciuta e sta lottando per ottenere la legalizzazione dell’aborto.
Linda Kavanagh, sostenitrice della Campagna a favore dell’autodeterminazione delle donne e del riconoscimento dei loro diritti, ha rilasciato delle dichiarazioni al The Irish Times. Kavanagh ha dichiarato che «nel 1916 la gente sognava un’Irlanda migliore, in grado di scegliere il proprio destino. Non ci potrà mai essere libertà per le donne, senza la possibilità di poter scegliere». E ancora: «non possiamo aspettare che muoia un’altra sola donna, che venga tenuta in vita artificialmente contro la sua volontà». «Troppo sangue è stato versato, troppe donne hanno perso la vita. Basta rimorsi, basta silenzi, basta essere socialmente marchiate. Questa è la nostra rivolta».
La cantante irlandese Mary Coughlan ha raccontato la sua esperienza personale, del suo viaggio da Galway a Londra per abortire. Ha detto di quando, approdata in una clinica londinese, ha incontrato moltissime connazionali che erano lì per lo stesso motivo.
Colm O’Gorman, di Amnesty International, ha dichiarato: «L’Onu ha parlato chiaro. In materia di diritto internazionale sull’Irlanda, le sue leggi restrittive sull’aborto, violano i diritti umani delle donne». Salil Shetty, Segretario Generale di Amnesty International, ha parlato di «diritti umani delle donne violati, a causa di una Costituzione che le tratta come recipienti. Le donne che vogliono abortire vengono trattate come criminali. Sono costrette ad andare all’estero, con effetti devastanti sulla loro salute fisica e mentale».
Il rapporto del 2015 di Amnesty International (Campagna “My Body My Rights“) sugli effetti della legge sull’aborto in Irlanda, descrive casi tragici di donne costrette a portare avanti la gravidanza, anche in casi estremi come lo stupro. Alcune di loro erano costrette a tenere per mesi nel proprio grembo feti morti per aborto spontaneo, perché i medici volevano assicurarsi che non ci fosse più battito cardiaco.
Quello dell’autodeterminazione delle donne è un tema di grande attualità in queste settimane. Mentre in Italia i tabloid sono inondati dalle esortazioni governative alla procreazione (il “Fertility Day”) e in Polonia le donne conquistano una prima grande vittoria, in Irlanda migliaia di donne scendono in piazza per rivendicare il loro diritto di scegliere.
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