Antea Magaldi interpreta Eva Braun
Il piccolo e grazioso Teatro Millelire, nel quartiere Prati della Capitale, ospiterà fino al 15 dicembre uno spettacolo tutto al femminile. Si intitola Eva Braun l’altra metà del fuoco ed è l’ultima fatica artistica di Antea Magaldi. La giovane e talentuosa attrice questa volta si è messa alla prova, non solo interpretando il difficile ruolo della tormentata protagonista, ma anche come regista della pièce teatrale.
Il testo, scritto da Alessandro Valenti, ripercorre gli ultimi 50 minuti di vita vissuti da Eva Braun dopo aver ingerito una capsula di cianuro per darsi la morte. A farle compagnia nell’ultima ora della sua vita, ci sarà Antonia Pozzi, poetessa milanese morta suicida per amore a soli 26 anni. Compito di Antonia, interpretata da Carlotta Oggiani, è quello di redimere Eva, analizzando la sua vita, facendole riconoscere le orribili verità del Terzo Reich, quelle che lei continua a disconoscere anche in punto di morte. Ma nulla, neanche le parole più dure di Antonia riescono a svegliare Eva, una delle tante amanti del Fuhrer. Eva continua a illudersi di essere la Prima Donna di Germania, l’unica donna di Hitler.
Tutta la conversazione tra le due donne, così intima e privata, induce gli spettatori in sala alla riflessione. Impossibile non interrogarsi sulle affermazioni e le reazioni diverse delle protagoniste. Mentre una cerca di mostrare la più crudele delle verità l’altra tenta in tutti i modi di negare l’evidenza a sé stessa. La cosa che di certo accomuna entrambe all’interno del suggestivo bunker di Berlino, anche se in tempi diversi, è la stessa sorte: il suicidio. Lo spettacolo Eva Braun l’altra metà del fuoco riesce a mettere in scena, in soli 50 minuti, una personalità complessa e affascinante come quella della donna che, accecata dall’amore e dalla voglia di essere amata, è stata l’amante del Fuhrer per 13 anni prima di diventare la sua sposa e infine la sua vedova. Ma infondo l’Eva Braun interpretata da Antea Magaldi corrisponde perfettamente all’immagine storica di “donna più infelice del Terzo Reich”.