Giovani e disoccupati: la ricerca di un lavoro
In Italia la disoccupazione giovanile è diventata ormai dilagante. Il dato più recente proviene dall’Ocse che nel mese di ottobre la attesta al 41,2 %.
Sale anche il numero degli scoraggiati, di coloro cioè che non cercano più lavoro perché pensano di non trovarlo, che secondo l’Istat ,nel terzo trimestre del 2013, è arrivato ad un milione e 901 mila.
Dati sempre più allarmanti e soprattutto clima sempre più difficile e di esasperazione caratterizzano un periodo di crisi in cui i più giovani si ritrovano a fare i conti con la realtà, a modificare le proprie aspettative e magari a cambiare Paese.
Molti sono invece quelli che decidono di tentare, nonostante tutto, di cercare lavoro in Italia, acconsentendo a condizioni lavorative inadeguate e soprattutto contrarie alle normative vigenti. E’ il caso degli stage, piccoli spiragli per chi spera di poter essere, una volta concluso il periodo di prova, assunti. Anche se le direttive nazionali in materia stabiliscono tassativamente una retribuzione mensile lorda fissa, che varia da regione a regione, e l’inserimento aziendale una volta terminato il periodo di formazione, nella gran parte dei casi, ciò non accade e ci si ritrova dopo mesi di lavoro con le tasche vuote, a ripartire da zero e a continuare a cercare. E la ricerca di un lavoro può diventare un’attività realmente esasperante. A volte si passano giornate intere alla ricerca dell’offerta di lavoro giusta, di uno stage o di qualsiasi cosa che abbia una connessione con un’attività lavorativa che possa essere addirittura remunerata.
Una volta inviata una candidatura, dopo essersi iscritti su innumerevoli siti on line di lavoro, l’attesa per essere chiamati per un colloquio finisce per diventare estenuante.
Così, quando improvvisamente si viene contattati per il “primo colloquio conoscitivo”, le aspettative sono grandi, enormi. Si inizia a pensare che allora non si è poi così inutili.
Arrivati nel luogo prefissato, ci si rende conto che tantissimi sono i candidati e che alla fine non si è poi così diversi dagli altri. In molti casi, è facile ritrovarsi in situazioni indefinite e al limite del surreale. Le offerte sul web, infatti, sono tantissime, ma molti annunci sono poco chiari e poco esplicativi. Così come tutto ciò che fa parte del mondo di internet, l’attenzione non è davvero mai troppa.
Tuttavia, se non in casi eccezionali, con aria amichevole si viene liquidati con il classico <<le faremo sapere a fine mese>>, chiedendosi magari, con il passare del tempo, a quale mese dell’anno si siano potuti riferire.
Così la possibilità di trovare il lavoro dei propri sogni, in un’epoca in cui pare impossibile dare sfogo alle proprie ambizioni, è ormai un miraggio.
Per i più tenaci la ricerca matta e disperata di un lavoro può proseguire fino a toccare livelli di pura ossessione. Dura è rassegnarsi al fatto che si passerà giornate intere a sperare di essere richiamati, di cercare una ragione per cui, nonostante lo studio e l’impegno degli anni precedenti, ci si ritrova fossilizzati in una condizione che pare non trovare via d’uscita. Vero è che i giovani non hanno colpe, in un’ Italia che il Censis solo qualche giorno fa ha definito “sciapa e infelice”, i giovani sono semplicemente vittime di un’epoca in cui a vincere è chi resiste di più.
di Ilaria Maria Lembo