Pace in Colombia: FARC e Governo firmano gli accordi

PACE IN COLOMBIADopo 52 anni, la pace in Colombia. Lunedì sera, nella città di Cartagena, una folla immensa ha salutato lo storico accordo tra le FARC e il governo Colombiano, che pone fine, almeno sulla carta, a un conflitto durato decenni.

Forse, dopo il successo di Narcos, la serie Netflix incentrata sulla storia di Pablo Escobar e dei cartelli della droga in Colombia, l’immaginario collettivo vede nel paese uno strano e pittoresco connubio tra povertà, balli latinoamericani, cocaina, corruzione, palme e uno stile di vita dal sapore piacevolmente mediterraneo.  Ma la storia della Colombia, come pure la serie evidenzia anche se in sordina, non ha a che fare solo con il mondo della droga.

Tutto cominciò più di cinquanta anni fa, quando nel maggio del 1964 l'”Operazione Marquetalia“, una massiccia azione militare dello Stato colombiano, supportata dall’intelligence statunitense, tentò di  reprimere con la forza le esperienze di autorganizzazione agraria contadina che si erano sviluppate nelle regioni Tolima e Huila, accusate dal governo di rappresentare un pericolo per l’integrità della nazione. Da quel momento, i gruppi sfuggiti alla repressione scelsero al via della guerriglia armata per sovvertire l’ordinamento dello stato colombiano in nome di una democrazia popolare e socialista.

Da allora, fino ad ora, si è combattuto senza alcun vincitore ma solo con tanto, tantissimo dolore. Un accordo dunque, quello ufficializzato, per ristabilire la pace in Colombia, porre fine a un’inutile strage e smettere di sparare. Sul palco allestito in Plaza de la Banderas gli ospiti d’eccezione sono stati molti: il Segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon e i rappresentanti dei paesi facilitatori che hanno accompagnato quattro anni di negoziato: Norvegia, dove hanno avuto inizio i colloqui tra le parti, Cuba, che ha ospitato le trattative, Venezuela, la cui diplomazia di pace ha messo in moto i dialoghi, e Cile. Per il governo colombiano interviene, naturalmente, l’istrionico presidente Manuel Santos, mentre per le FARC il comandante Rodrigo Londoño (Timoshenko).

PACE IN COLOMBIAIl suo è un discorso teso a spogliare la conclusione dei negoziati della molta retorica che è stata costruita intorno. Londoño ha ricordato gli iniziatori del movimento di resistenza, i morti e i caduti per la libertà e specificato che la firma dell’accordo non prevede l’abbandono degli ideali. «La sua firma» ha detto «non comporta il fatto che capitalismo e socialismo cominciano a singhiozzare commossi tra le braccia l’uno dell’altro. Nessuno qui ha rinunciato ai propri ideali […] ma solo concordato che continueremo a confrontarci l’un l’altro apertamente nell’arena politica, senza violenza».

La pace in Colombia non significa che la voce delle FARC smetterà di gridare. Per questo la firma degli accordi è arrivata solo in seguito a lunghi negoziati, finalizzati a ottenere un impegno concreto intorno a cinque temi fondamentali – come riportato in maniera approfondita sul sito delle FARC. Anzitutto il gruppo ribelle precisa che la pace è un conto, le contraddizioni sociali, politiche ed economiche per le quali si è combattuto sono un altro, tutt’altro che risolto, piano di confronto.

Fatta questa precisazione il primo dei cinque punti fondamentali è la riforma agraria globale, da sempre elemento cardine della lotta delle FARC, per assicurare terra e condizioni migliori di sostentamento ai contadini delle zone rurali.

PACE IN COLOMBIAIn secondo luogo, l’assicurazione di una libera e democratica partecipazione politica, fondata sulla riforma del sistema elettorale e la creazione di uno statuto per l’opposizione politica.

Terzo, il disarmo. Sono molte le pagine dell’accordo che definiscono modi e tempi del progressivo disarmo delle FARC e della loro transizione a partito politico. Il processo sarà supervisionato da un consiglio di monitoraggio composto da membri delle FARC-EP, funzionari governativi e delle Nazioni Unite in Colombia.

Il quarto punto è strettamente collegato alla riforma agraria, e si basa sulla lotta al narcotraffico. Al di là della propaganda, la coltivazione delle piante da droga ad opera dei contadini, spesso sotto dietro minaccia dei gruppi di narcos e dei paramilitari, è il problema da risolvere. A tal fine, unitamente al progetto di riforma agraria, sono previsti dall’accordo sussidi economici e garanzie infrastrutturali per permettere il passaggio dei contadini ad altre forme agricole di sussistenza.

PACE IN COLOMBIAIn ultimo il problema delle vittime e della verità. Il loro numero non si conta, né da una parte né dall’altra. Ma per ottenere giustizia nella maniera più trasparente ed equilibrata possibile, e punire gli abusi laddove si sono verificati, viene predisposta una Commissione per la Verità al fine di indagare e chiarire gli eventi che si sono verificati nel conflitto. La Commissione sarà composta da 20 giudici nazionali e 4 giudici stranieri scelti da una commissione conformata a tale scopo specifico che sarà stabilita da esperti nominati dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, dalla sezione penale della Corte di Cassazione, dalla delegazione in Colombia del Centro Internazionale di giustizia di transizione (ICTJ) e del Comitato permanente del sistema universitario statale.

Questi, molto in sintesi, i temi principali dell’accordo. Adesso la parola passa agli elettori, che il 2 ottobre dovranno ratificare la pace in Colombia con un referendum, e le previsioni sono oltre il 70% favorevoli.

Qui il sito internazionale delle FARC da dove sono estratti l’intervento di Londoño e i punti dell’accordo.

 

@aurelio_lentini

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