È morto Shimon Peres, ex presidente israeliano e premio Nobel per la pace
Si è spento questa notte a 93 anni l’ex presidente israeliano Shimon Peres. Era stato colpito da un ictus due settimane fa, i medici inizialmente avevano parlato di una condizione critica ma stabile, ma ieri, improvvisamente, si è verificato un peggioramento delle condizioni, e questa notte alle 2:15 ora locale (1:15 in Italia) è avvenuto il decesso.
La sua carriera politica era cominciata nell’azienda agricola laburista di Ben Shemen, dove il giovane Shimon Perski (questo è il suo vero nome) venne notato dagli emissari di David Ben Gurion, il futuro fondatore dello Stato. Mentre i suoi coetanei partecipavano alla guerra di indipendenza (1948-49), Peres acquistava armi all’estero, per questo il marchio di “imboscato” gli restò addosso per molto tempo. All’età di 30 anni era direttore generale del ministero della Difesa, incarico con il quale seguì la guerra nel Sinai (1956), condotta da Tzahal con inglesi e francesi. Con questi ultimi gettò le basi per la costruzione della centrale atomica di Dimona. Come “falco” laburista seguì Ben Gurion inizialmente all’opposizione e poi, nel 1967, nel governo di unità nazionale. In seguito alla cruenta guerra del Kippur, le alte cariche del governo furono defenestrate, salì al potere Yitzhak Rabin che acquisì così la leadership laburista. Negli anni dal 1974 al 1977, Peres, come ministro della Difesa, autorizzò le prime colonie ebraiche ideologiche in Cisgiordania. Nel 1977, in seguito alle dimissioni di Rabin, si aggiudicò le elezioni il leader della destra nazionalista Menachem Begin. Peres riuscì a diventare premier solo nel 1984, ma in rotazione con il conservatore Shamir. Nel 1992 Rabin riportò i laburisti al potere, e Peres, che nel frattempo si era trasformato in “colomba“, si impegnò per dar vita agli accordi di Oslo: la gloria purtroppo andò al suo rivale di partito con il quale spartì anche il premio Nobel per la pace. Solo nel 2007 Peres divenne presidente, riconosciuto come simbolo di Israele nel mondo.
Suo figlio Chemi ha dichiarato alla stampa: “Nella sua vita e con le sue azioni mio padre ci ha lasciato in eredità il domani. Ci ha ordinato di edificare il futuro di Israele con coraggio e saggezza, e di spianare sempre strade per un futuro di pace”. In un comunicato della Casa Bianca, Obama dice che Peres guardava al futuro “guidato da una visione della dignità umana e di un progresso verso il quale lui sapeva che le persone di buona volontà avrebbero potuto avanzare insieme“.
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