Renzi come Berlusconi: “faremo il ponte sullo Stretto”
Il premier Renzi si lancia in una promessa, una sfida, rilanciando le grandi opere, con particolare riferimento al Ponte sullo Stretto per “togliere la Calabria dall’isolamento e far sì che la Sicilia sia più vicina”, facendo dell’Italia una “gigabyte society”.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in occasione della celebrazione per i 110 anni della Salini-Impregilo alla Triennale di Milano, si lancia in una promessa dal carattere “eccessivamente” elettoralistico-referendario.
“Sul ponte sullo Stretto di Messina noi siamo pronti” dice così riaprendo un vecchio progetto berlusconiano, che fu bocciato proprio dalla sinistra e dai verdi.
Secondo Renzi, una grande opera infrastrutturale deve essere “utile per tornare ad avere una Sicilia più vicina e raggiungibile e per togliere la Calabria dal suo isolamento” , creando così 100.000 posti di lavoro in più”.
Ha continuato, rivolgendosi a Pietro Salini, numero uno del Gruppo, “se siete nella condizione di sbloccare le carte e di sistemare quello che è fermo da 10 anni noi ci siamo”.
Ovviamente non sono mancate le critiche dell’opposizione, da parte dei Verdi e del Movimento 5 Stelle, accuse di passo smaccatamente elettorale. Grillo sostiene che l’opera sia “inutile”. Laura Boldrini dice che “non è una priorità e che prima bisogna mettere in sicurezza i cittadini colpiti dal terremoto”.
Una promessa che verrà messa nel dimenticatoio o avrà un seguito?
L’accusa più forte e sarcastica arriva dal quasi omonimo del premier, presidente del Codacons, Associazione dei Consumatori, Carlo Rienzi, che afferma “prima di parlare di progetti faraonici come il Ponte sullo Stretto, Renzi farebbe bene a portare a termine le 868 opere incompiute esistenti in Italia e dire ai cittadini dove troverà 1,4 miliardi di euro necessari per il completamento dei lavori”.
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