Riforma delle pensioni: tutte le novità sul tavolo
Incombe sul Governo l’incontro con i sindacati in vista della riforma delle pensioni, il tavolo fissato per martedì 27 settembre è stato rinviato in quanto l’esecutivo si accinge a varare la nota di aggiornamento del Def, dove verrà presentata la stima al ribasso di crescita del PIL.
Continuano a rincorrersi le ipotesi di modifica della riforma pensionistica, ma cosa ci aspetta? Molti gli interventi preventivati, eccovi in sintesi le principali proposte:
- APE, PRESTITO PENSIONISTICO: L’anticipo pensionistico sarà rivolto ai lavoratori (dipendenti, autonomi e parasubordinati) con 63 anni di età che hanno maturato 20 anni di contributi. La manovra verrà attuata in forma sperimentale dal 1° gennaio 2017 sino al 2018, prorogabile in base ai risultati della sperimentazione. Il prestito verrà finanziato da banche e assicurazioni ma sarà erogato dall’Inps, restituibile a rate attraverso decurtazioni ventennali, al conseguimento effettivo della pensione. I nodi della proposta attengono principalmente alle modalità di rimborso, le quali potrebbero ridurre sensibilmente l’assegno pensionistico del lavoratore interessato. Per questo il Governo sta valutando la possibilità di introdurre detrazioni fiscali per disoccupati di lunga durata, invalidi e altre situazioni meritevoli di tutela, atte a contenere le limitazioni imposte dalla rata di rimborso.
- ESTENSIONE DELLA QUATTORDICESIMA, AUMENTI DELLE PENSIONI BASSE: Misura annunciata dal Presidente del Consiglio ma ancora in corso di valutazione. Il Governo punta ad ampliare la platea di destinatari della quattordicesima. Le categorie che verranno coinvolte sono coloro che percepiscono un reddito complessivo tra i 750 euro al mese e i 1.000 euro, per un incremento dei beneficiari di circa 1,1 milioni di destinatari.
- EQUIPARAZIONE NO TAX AREA PENSIONATI E LAVORATORI DIPENDENTI: La fascia di reddito esente da imposte oggi distingue under e over 75, questa ipotesi prevede invece l’equiparazione tra pensionati e lavoratori dipendenti per un costo di 250 milioni di euro.
- SUPER PRECOCI: Il Governo sta valutando l’ipotesi di dare vantaggi per l’uscita anticipata a quei lavoratori che abbiano maturato 41 anni e 10 mesi di servizio. Si tratta di una misura controversa, perché costosissima ma che permetterebbe il “pre-pensionamento” a coloro che, oltre ai requisiti di cui sopra, hanno cominciato a lavorare prima dei 16 anni.
- RICONGIUNZIONI: Possibilità di unificare i periodi contributivi senza costi ulteriori. Per questa misura l’esecutivo stanzierà circa 100 milioni di euro.
- LAVORI USURANTI: 100 milioni sul tavolo per rendere più agevole l’uscita dal lavoro a chi ha svolto attività usuranti per un lungo periodo.