La forza dei documentari in tv: Attori o corsari
I documentari stanno vivendo una buona stagione. Si impongono nei festival cinematografici e in televisione, prendendo il posto delle trasmissioni dai format più tradizionali (un caso recente è Sconosciuti di Rai Tre).
Vengono definiti col termine, ormai di moda, “docu-film” e spesso contribuiscono ad elevare la qualità del piccolo schermo e ad approfondire realtà sociali: fa parte di questa categoria di documentari anche Attori o corsari, andato onda il 9 dicembre su Sky Arte HD alle 21.10. I pregi di questa piccola opera, infatti, sono tanti. Prima di tutto, è stata completamente realizzata da un gruppo di giovani, studenti della Milano scuola di Cinema e Televisione. In secondo luogo, tratta un argomento che fino ad ora è stato esaminato dai talent show, cioè la formazione degli attori. Attori o corsari mostra la vita degli studenti della Scuola Paolo Grassi di Milano senza utilizzare gli strumenti più televisivi della competizione e dei giudici, ma esplorando in modo meno invasivo lo studio, le difficoltà e i sogni di chi vuole fare dell’attore la sua professione. C’è chi deve affrontare le problematiche di un “fuori sede”, chi deve convincere i genitori sulla propria scelta e chi ha cambiato rotta. C’è anche chi fa amicizia e si innamora. Il tutto alternato alle prove dello spettacolo Risveglio di primavera di Franz Wedekind, diretto da Giampiero Solari, che ha supervisionato le riprese del documentario in qualità di consulente artistico di Sky Arte. «A me interessava capire la scelta di una ragazza o di un ragazzo che intraprende il lavoro di artista, che non è strutturato e dunque non ti riserva molte sicurezze. Mi è piaciuto soprattutto il modo in cui questi ragazzi non si piangono addosso. Se vogliamo, il messaggio del film è che sono giovani non si lasciano opprimere dalla apatia o dalla paura sul futuro. C’è una certa incoscienza felice in loro che è quello che volevo venisse fuori, quell’energia che permette loro di andare avanti e di non fermarsi», ha dichiarato Solari, che ama definire Attori o corsari un anti-reality proprio perché l’unico giudice presente è la vita e non delle persone estranee. {ads1} È un mestiere difficile quello dell’attore e puntare la telecamera su chi ha scelto questa strada, ma ancora si deve affacciare al mondo del lavoro, è un’operazione che ispira fiducia e speranza. Il dubbio alla “che ne sarà di noi” si attenua grazie all’amore che questi ragazzi mostrano in quello che fanno. Questa sensazione in Attori o corsari funziona a specchio: non coinvolge solo i protagonisti e gli spettatori, ma anche gli autori del documentario. Dalla regia al montaggio, si apprestano ad una professione anche gli allievi della Milano scuola di Cinema e Televisione, che come la Paolo Grassi vanta decenni di alta formazione. Inutile nascondere che per sbarcare il lunario bisogna affrontare diversi ostacoli e accontentarsi di fare altri lavori. Ad Attori o corsari danno testimonianza della propria esperienza attori rinomati che hanno studiato alla Paolo Grassi, come Antonio Albanese, Lucia Vasini, Gigio Alberti e Massimo Navone.