Da Parisi a Salvini, quo vadis centrodestra?
Quo vadis centrodestra? In tempi di referendum costituzionale, rientro dalle vacanze e attesa per la prossima manovra finanziaria ci si continua a chiedere: e il centrodestra dov’è? Dall’altro lato della sponda, infatti, sembra si stia continuando a brancolare nel buio alla ricerca di un leader condiviso, in una perenne diatriba che inverte le parti in commedia. A metterci la faccia Stefano Parisi con le sue “Energie per l’Italia”.
Qualcuno che dunque ha provato a trovare la quadra c’è, riuscendo persino a superare diversi malumori: è Stefano Parisi, l’ex candidato a sindaco di Milano e imprenditore, già più volte indicato come il degno successore di Silvio Berlusconi, del quale avrebbe la benedizione. L’ex manager ha pensato bene di inaugurare una convention dal titolo “Energie per l’Italia“, alla presenza della società civile e all’assenza dello stato maggiore di FI. L’endorsement del Cavaliere, infatti, non sembrerebbe essere stato gradito dai “big” di Forza Italia come Renato Brunetta e Paolo Romani, che hanno scelto di non partecipare. La delegazione di partito che ha scelto invece di andare era composta da Mariastella Gelmini, Francesco Giro e Gianfranco Miciccichè.
In platea poco più di un migliaio le persone presenti, cifra deludente se si pensa che erano stati circa 4mila gli accrediti ricevuti nei giorni precedenti. Parisi ha più volte ribadito però che i politici non erano stati espressamente invitati, laddove sul palco sarebbero invece saliti rappresentanti del mondo imprenditoriale, delle categorie produttive e dell’associazionismo. Obiettivo dell’ex candidato sindaco è «riaccendere il Paese» e gettare «le fondamenta di una nuova piattaforma di Governo: una piattaforma liberale popolare».
I malumori nei confronti di Parisi non si esauriscono in Forza Italia. Matteo Salvini fa sapere dal palco di Pontida che «piuttosto che stare in strada con gente come quella che è oggi alla convention di Parisi è meglio essere soli e orgogliosi». Non proprio un saluto di benvenuto, il leader del Carroccio ha poi proseguito chiedendo chiarezza ai suoi possibili alleati: «Non si può stare da un lato del marciapiede a Roma, e da un altro a Bruxelles. Credo che Parisi abbia scelto il lato del marciapiede sbagliato». Insomma, alla destra di Matteo Renzi tutto tace. Forza Italia continua a crucciarsi nei suoi dissapori interni, nelle sue gelosie domestiche. La Lega Nord non accetta compromessi spingendo sull’acceleratore degli eccessi pedissequamente seguita da Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni. Buone notizie per PD e M5S: la sfida continua a correre su due binari.