Berlusconi: “I miei figli come ebrei sotto Hitler”
“I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso”. Parole di Silvio Berlusconi contenute nel libro di bruno Vespa “Sale, zucchero e caffè” a pochi giorni dalla pubblicazione. Parole che hanno immediatamente innescato polemiche violentissime dal mondo ebraico e non.
Questa affermazione sarebbe la risposta del Cavaliere alla domanda di Vespa che gli chiedeva se fossero vere le voci che vedevano i figli di Silvio decisi a convincere il padre a “vendere tutto e andare via”. La risposta di Berlusconi è stata comunque decisa: “Sono italiano al cento per cento. In Italia ho le mie radici. In Italia sono diventato quello che sono. Ho fatto qui l’imprenditore, l’uomo di sport, il leader politico. Questo è il mio paese, il paese che amo, il paese in cui ho tutto: la mia famiglia, i miei amici, le aziende, la mia casa, e dove ho avuto successo come studente, come imprenditore, come uomo di sport e come uomo di Stato. Non prendo neppure in considerazione la possibilità di lasciare l’Italia”.
Le reazioni all’affermazione poco delicata di Berlusconi non potevano che farsi sentire con forza. Sdegno per il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna: “La vita degli ebrei d’Europa sotto il nazismo fu segnata da un vortice nero di violenza, persecuzione, morte. Una catastrofe che non è soltanto del popolo ebraico ma dell’umanità intera. Ogni paragone con le vicende della famiglia Berlusconi è quindi non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa”. E non mancano parole di rimprovero anche da parte del mondo politico: “Berlusconi ha perso completamente il senso della misura. Da 20 anni ci racconta la favola della persecuzione e oggi, anziché chiedere scusa agli italiani per la condanna per frode fiscale, si avventura in un paragone agghiacciante con una tragedia quale l’olocausto – così dichiara il responsabile giustizia del Pd Danilo Leva – Essere eguali di fronte alla legge, rispettare lo stato di diritto sono paragonabili alla persecuzione degli ebrei? Cosa ne pensa Alfano?”.
Fortunatamente in serata è spuntata una nota in prima persona del Cavaliere per chiarire la situazione e giustificarsi: “Una polemica smaccatamente strumentale su una frase estrapolata da un ampio contesto. La mia storia, la mia amicizia verso Israele, la mia coerente azione di governo sul piano internazionale in favore dello Stato di Israele, non consentono alcun dubbio sulla mia consapevolezza della tragedia dell’Olocausto e sul mio rispetto del popolo ebraico”.