Operaio egiziano travolto e ucciso da un camion durante una manifestazione
“Assassinio padronale”. È con queste parole che il sindacato Usb ha commentato l’uccisione di un operaio egiziano, Abd Elsalam Ahmed Eldanf, la scorsa notte a Piacenza.
Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro e alla protezione contro la disoccupazione, recita l’articolo 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Quando queste condizioni vengono a mancare, la manifestazione è automatica ed è quanto è avvenuto ieri sera. Abd Elsalam Ahmed Eldanf, operaio egiziano di 53 anni, padre di cinque figli, si trovava insieme agli altri manifestanti davanti alla sede Seam (azienda di logistica in appalto della Gls) a Piacenza quando alle 23.45 circa è stato travolto e ucciso da un camion che ha forzato il picchetto. “Il conducente del camion che ha travolto e ucciso il nostro lavoratore è stato incitato a forzare il picchetto da un addetto vicino all’azienda. Gli urlavano parti, vai! E quello è partito investendo il nostro aderente”, questa è la ricostruzione fornita da Riccardo Germani di Usb.
Ma come si è giunti fino a questa tragica conclusione? L’Unione sindacale di base aveva indetto un’assemblea dei lavoratori per discutere del mancato rispetto degli accordi sottoscritti sulle assunzioni dei precari a tempo determinato. Pur non essendo un precario, Abd Elsalam Ahmed Eldanf lottava contro la precarietà e “proprio durante l’azione di sciopero, un lavoratore, padre di 5 figli e impiegato nell’azienda dal 2003, è stato assassinato, sotto lo sguardo degli agenti di polizia da un camion in corsa che ha forzato il blocco. “La testimonianza dei ricatti e dei soprusi che subiscono i lavoratori della logistica“, denuncia prontamente Usb. I soccorritori del 118 sono arrivati prontamente, ma le manovre per rianimarlo sono state inutili: l’operaio egiziano è deceduto sul posto. Prima di esser stato fermato dalla Polizia e interrogato per tutta la notte, l’autista del camion ha rischiato il linciaggio da parte degli altri lavoratori. Adesso, gli impiegati della logistica di Piacenza sono uniti da un unico grido di rabbia che recita “ammazzateci tutti”.
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