Esodi, la mappa interattiva che racconta le rotte migratorie dai paesi sub-sahariani verso l’Europa

Esodi, presentata a Roma da Medici per i diritti umani (Medu), è una mappa web interattiva che mostra le principali rotte migratorie dai paesi sub-sahariani verso l’Europa. Racchiude le testimonianze di mille migranti, 870 uomini e 130 donne, di cui 133 minori, raccolte dal 2014 al 2016 da MEDU nei luoghi in cui presta assistenza: Sicilia, Roma, Ventimiglia ed Egitto. Come ha affermato Alberto Barbieri, presidente dell’organizzazione, Esodi è «una mappa interattiva che racconta la tragedia e la speranza ed è volta a raccontare anche le trasformazioni», perché continuerà a raccogliere le testimonianze di quanti vorranno raccontare il loro viaggio.

rotte migratorieLa rotta più battuta dai protagonisti intervistati da Medu è l’occidentale-est, che attraversa il Niger e la Libia fino al Canale di Sicilia. Il viaggio dei migranti che percorrono questa rotta dura 20 mesi e di questi, 14 sono i mesi che in media trascorrono in Libia. Da Agadez in Niger, a Sabah, in Libia, percorrono, a bordo di pick up o camion gestiti da reti di trafficanti, accalcati l’uno all’altro, il tratto di deserto che viene chiamato «la strada verso l’inferno». Attraverso il deserto, in cui affrontano pirati, penuria di cibo e acqua, check point, la Libia diviene poi lo scenario di terribili atrocità subite da coloro che riescono a raggiungerla. Sequestri, rapimenti per ottenere riscatti, carcere e violenze sessuali. Ibra, dal Niger, ha raccontato alla sala gremita la sua tragica esperienza, definendo «la morte nel deserto più terribile della morte nel mare».

rotte migratorie
Motivo della fuga dall’Africa occidentale

Tra i fattori che spingono alla migrazione, spiega Medu, in meno di un caso su dieci si tratta di motivazioni economiche. La prima causa è la persecuzione politica e la maggior parte dei migranti fugge da circostanze drammatiche che costituiscono una minaccia alla loro stessa vita. Nove testimoni su dieci sono stati vittime di violenza intenzionale, di tortura e di trattamenti inumani e degradanti nel paese di origine e/o lungo la rotta migratoria. Per questo motivo, come ha affermato Barbieri «la rigida dicotomia tra richiedente asilo e migrante economico è uno schematismo che oggi non è più in grado di rappresentare una realtà così complessa».

Il viaggio dall’Africa sub-sahariana verso l’Europa è dunque spesso la causa di traumi psicologici più subdoli di quelli fisici, disturbi collegati ad eventi traumatici, come il Disturbo da stress post traumatico e disturbi depressivi, spesso non diagnosticati o diagnosticati troppo tardi, di fronte all’impreparazione dei sistemi sanitari nazionali. Medu l’ha definita una «epidemia nascosta», a cui i paesi di asilo devono far fronte, poiché la conseguenza è l’innesco di situazioni di marginalità che impediscono l’integrazione dei migranti.

Torna alla HomePage LineaDiretta24

Leggi altri articoli dello stesso autore

Twitter: @ElisabFerrini