Apple: Dublino fa ricorso contro l’Ue
L’Irlanda ha deciso che presenterà ricorso contro la decisione della Commissione Europea secondo cui la Apple deve versare nelle casse di Dublino 13 miliardi (e 4,8 miliardi di interessi) di imposte non versate.
La multa da capogiro comminata ad Apple sarebbe dovuta, secondo Bruxelles, perchè l’accordo fiscale tra il governo irlandese e la multinazionale americana violerebbe le norme comunitarie sulla concorrenza, rappresentando in concreto un aiuto di stato da parte di Dublino nei confronti del colosso di Cupertino.
Il memorandum del ministro delle Finanze irlandese Michael Noonan, con cui si raccomanda di avviare un ricorso contro la decisione dell’esecutivo Ue spacca gli irlandesi e li divide fra favorevoli e contrari.
Da tempo l’lrlanda ha attuato una politica fiscale ed economica volta ad attrarre grandi multinazionali, e queste hanno deciso di stabilirvisi soprattutto a causa degli importanti incentivi fiscali garantiti da Dublino, con notevoli vantaggi dal punto di vista economico ed occupazionale. Per questa ragione il governo irlandese, seppure tra mille tormenti, ha deciso di lottare contro la decisione europea e difendere l’alleanza con Apple, con forse inevitabili conseguenze politiche.
Tuttavia, molti cittadini ed anche molti rappresentanti politici ritengono che le tasse dovrebbero essere pagate da tutti a prescindere, e che i circa 18 miliardi di imposte “evasi” da Apple avrebbero potuto significare moltissimo per le casse nazionali.
L’Irlanda infatti dopo una fortissima crisi finanziaria inizia appena adesso a riprendersi, e solo grazie ad una politica severa di austerity, impostagli dal piano di salvataggio europeo che ne ha scongiurato il default.
Secondo alcuni studiosi con le tasse di Apple tutti questi sacrifici si sarebbero potuti evitare: Seamus Coffey, economista all’University College Cork, infatti, afferma che se Dublino avesse potuto riscrivere i dati sul suo PIL annuale degli ultimi 10 anni considerando le tasse sui profitti generati da Apple in Irlanda, in linea con la decisione Ue dal 2010, ad oggi sarebbe cresciuta ad un tasso medio annuo tra il 6% e l’8%.
L’opinione pubblica pertanto si divide tra chi vorrebbe continuare a tenersi strette le grosse partnership ed i contrari al ricorso, che si sono subito mobilitati: già ieri un gruppo di persone riunite sotto lo slogan”Take the Tax”, ha presentato al Parlamento irlandese una petizione contro il ricorso cui hanno aderito già diecimila cittadini.
La petizione vuole persuadere Nooan a non presentare la mozione di ricorso contro la decisione della Commissione europea, in modo che Apple ottemperi ai suoi doveri. Secondo il quotidiano “The Guardian” sarebbe stata consegnata in Parlamento da un gruppo di manifestanti, tra cui una donna vestita da Biancaneve, con un chiaro ironico riferimento alla mela avvelenata della favola.
Il governo irlandese ha dichiarato che si opporrà a qualsiasi provvedimento contro Apple. Adesso però il governo rischia grosso ed un terremoto politico potrebbe essere dietro l’angolo, poichè Noonan non è riuscito a ottenere il sostegno di un gruppo di parlamentari indipendenti, il cui appoggio è fondamentale per la sopravvivenza del governo di minoranza.
Infine Independent Alliance, gruppo di 5 parlamentari, ha chiesto la revisione del regime di tassazione attuale che favorisce le multinazionali, prima di prendere in considerazione un appello contro la decisione del commissario Antitrust Ue, Margrethe Vestager che obbliga Apple a pagare l’erario irlandese.
Chi la spunterà?Il braccio di ferro continua…
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