Fertility Day, Lorenzin: “Rivederemo i testi delle cartoline”

Si prospetta una strada tortuosa e decisamente in salita per gli addetti alla promozione della campagna del Fertility Day, l’iniziativa datata 22 settembre, indetta dal ministero della Salute e incentrata sul tema della fertilità e della sua protezione.

A pochi giorni dal lancio dell’evento e dalla conseguente bufera di proteste e commenti negativi, scatenatasi sui social network, a causa dei testi fuorvianti di alcune cartoline promozionali – tra le centinaia di utenti che hanno criticato aspramente gli slogan della campagna su Twitter, come “Sbrigati non aspettare la cicogna” e “La fertilità è un bene comune”,  figura il nome dello scrittore Roberto Saviano, il quale ha definito il Fertility Day “un insulto a tutti: a chi non riesce a procreare e a chi vorrebbe ma non ha un lavoro. E il 22 mi rovinerà il compleanno”-, la prima promotrice e sostenitrice dell’iniziativa, la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, fa un passo indietro e si dice pronta a rivedere e modificare la campagna d’informazione.

Se c’è qualcosa che dà fastidio nelle ‘cartoline’ del Fertility Day, rivedremo i testi. E se c’è qualche cartolina che va cambiata, lo faremo. La nostra intenzione non era certamente quella di urtare nessuna sensibilità, ma solo di fare una campagna in grado di aiutare le persone ad avere maggiori informazioni per combattere l’infertilità e le sue cause”- ha dichiarato la politica di “Forza Italia” all’Adnkronos, aggiungendo che ciò che interessa, alle istituzioni, di quest’iniziativa è “poter fare prevenzione per permettere alle persone di avere un figlio quando decidono di averlo. Il 15% delle persone in età fertile ha problemi di fertilità che crescono con il passare degli anni. La campagna deve ancora partire e non abbiamo nessun problema a migliorare la comunicazione se necessario”.

L’obiettivo del Fertility Day, conclude la Lorenzin, è quello di voler “aiutare le persone ad avere consapevolezza sui problemi connessi all’infertilità perché siano libere di decidere. E’ un problema sanitario e non socio-sanitario, un tema quest’ultimo che viene affrontato giustamente in altre sedi”.ertility Day, la parola alla ministra Lorenzin

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