Minori coinvolti nel narcotraffico messicano

“Lasciate ogni speranza voi che LA OLTREPASSATE” dovrebbe essere la frase che annuncia la frontiera Messico-Stati Uniti. “Terra di mezzo”, “Terra di fuoco”, che sai che potrai raggiungere ma non sei altrettanto sicuro di poterne uscire illeso o ‘pulito’. Emigrazione illegale, tratta delle donne, traffico di droga, omicidi: sono questi gli scenari che caratterizzano i vari punti di confine tra il Messico e il suo grande vicino.

Ultimamente si è registrato un aumento dello sfruttamento di minori da parte del crimine organizzato per quanto riguarda il traffico, dal Messico alla California, della metanfetamina. Questa è una sostanza stupefacente analoga all’anfetamina; volta a stimolare sensazioni di piacere la metanfetamina è inoltre di basso costo, facile da produrre e provoca un effetto di alterazione piuttosto lungo (6-12 ore). Se nel 2009 sono stati registrati cinque tentativi, da parte di minori, di attraversare la frontiera in direzione California per vendere la sostanza, quest’anno i casi sono saliti a 75, perlomeno quelli intercettati. Secondo il Servizio Statunitense di Immigrazione e Cotrolli di Dogane (ICE) i giovani ‘collaboratori’ del crimine organizzato vengono pagati 100 o massimo 150 dollari (110 euro) per effettuare queste ‘trasferte’; un salario minimo se si considera l’alto livello di rischio che comporta quest’attività.
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I ‘veterani’ del traffico di droga si approfittano dell’innocenza e dell’ingenuità dei bambini promettendo loro la possibilità di guadagnare, come premio per il ‘lavoro’ svolto, scarpe firmate che questi possono solamente vedere raffigurate nelle riviste. Inoltre, essendo minori d’età, sono rassicurati del fatto che non andranno in carcere se scoperti. E infatti Marcelino Velázquez Acevedo, un sedicenne originario di Tijuana, città al confine con gli Stati Uniti, non è finito in carcere, ma gli è andata molto peggio. Mentre il giovane attraversava la frontiera con due bottiglie contenenti la metanfetamina, lo scorso 18 novembre, dei poliziotti sono stati attirati dal suo nervosimo, che ha li spinti a fermarlo per un’ispezione. In attesa della perquisizione Acevedo, troppo giovane forse per rendersi veramente conto delle potenzialità della sostanza, pensando di scampare a punizioni ha ingerito il contenuto delle due bottiglie. Il giovane è morto poco dopo essere stato portato in ospedale, luogo in cui è stato appurato, dopo accurate analisi, che la causa del decesso era stata la metanfetamina. A questo dunque è arrivato il narcotraffico: ‘mercato’ oramai troppo grande e potente per potersi permettere il lusso di avere certi ‘scrupoli’, come quello per la vita di un bambino.

di Ilaria Francesca Petta

Fonti: http://www.sinembargo.mx/02-12-2013/832592

 

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