Staffetta sesta, Alessia Trost quinta

Ultima “notte” olimpica di Rio per l’atletica e per l’Italia. In gara per i colori azzurri le due atlete del salto in alto, Desiree Rossit e Alessia Trost, e la staffetta 4×400 femminile con Maria Benedicta Chigbolu, Maria Enrica Spacca, Ayomide Folorunso e Libania Grenot.

SALTO IN ALTO – La finale è stata parecchio condizionata dalla progressione scelta – si passava in due salti dall’1,88 m all’1,97 m – che ha, probabilmente, causato numerosi errori al salto e una sfida per l’oro che si è fermata all’1,97 m (misura relativamente bassa per una finale). Dunque gara strana nel quale le sorprese potevano arrivare, anche azzurre.

Per le italiane due gare completamente diverse. Desiree Rossit ha pagato la tensione e, già in difficoltà alla prima misura, 1,88 m, ha fallito l’1,93 m concludendo la sua prestazione sedicesima sulle diciassette finaliste. Alessia Trost, invece, aveva iniziato benissimo saltando alla prima occasione sia l’1,88 m sia l’1,93 m, guadagnandosi la terza posizione in classifica. Poi l’1,97 m si è rivelato insormontabile per la friulana: tutti e 3 i tentativi nulli. Ma non è stata l’unica, anzi solo in 4 sono riuscite a saltarlo. Oro alla spagnola trentasettenne Beitia, argento alla bulgara Demireva e bronzo alla croata Vlasic. Quinta, dunque, Alessia Trost che, probabilmente, ha perso una ghiotta occasione per poter entrare in zona medaglia.

STAFFETTA 4X400 – Finale senza storia per i primi due posti andati rispettivamente a Stati Uniti e Giamaica, il bronzo ha regalato una lotta a 3 negli ultimi 100 m dove ha prevalso la Gran Bretagna.

La staffetta azzurra si presentava con il record italiano di 3:25:16 ottenuto in semifinale. E la gara ha dimostrato che le nostre atlete potevano essere da podio. Frazioni di tutto rispetto per tutte e quattro che hanno chiuso a 3:27:05 pagando probabilmente lo sforzo della semifinale. Il bronzo era a 3:25:88, un tempo difficile ma possibile e fino all’ultima curva Libania Grenot, ultima frazionista, era attaccata al treno per il bronzo. Ma nel rettilineo finale non è riuscita a cambiare passo chiudendo comunque con un ottimo sesto posto.

ALTRE SPECIALITÀ – Cominciamo dalla gara più strana della “notte” olimpica ovvero la finale maschile dei 1500m. Il favorito era e doveva essere il keniano Kiprop che, invece, finisce sorprendente sesto. Ma è il tempo che l’ha resa ancora più strana: un altissimo 3:50:00, considerando che il record è 3:26:00, dove il ritmo è stato davvero lento e solo nell’ultimo giro è stato aumentato considerevolmente. Questa conduzione di gara ha, in qualche modo, imbrigliato il keniano che non è riuscito a venire fuori, anche nello scatto degli ultimi 100 metri dove hanno trovato la scia giusta lo statunitense Centrowitz (oro), l’algerino Makhloufi e il sorprendente neozelandese Willis (bronzo).

Nessuna sorpresa, invece, nei 5000m dove, dopo aver conquistato l’oro nei 10000m, Farah (GBR) si ripete senza troppi problemi. Dietro di lui Gebrhiwet (ETH) e poi Lagat (USA). Lo stesso vale per gli 800m in campo femminile dove ha stradominato, come da pronostico, la sudafricana Caster Semenya, seguita dalla Niyonsaba (BUR) e dalla Wambui (KEN).

Per il lancio del giavellotto maschile si aggiudica l’oro con la misura di 90.30 m il tedesco Rolher, argento per il keniano Yego e bronzo per Walcott di Trinidad e Tobago.

L’ultima gara di atletica, la staffetta 4×400 maschile, ha visto rispettare il pronostico con l’oro agli USA, l’argento alla Giamaica e il bronzo a Panama.

Twitter: @Francesco Nespoli

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