Rio 2016 e Russia, manca l’ultima parola
È appena iniziata la XXXI Olimpiade, o meglio, solo il calcio e ufficialmente Rio 2016 non è ancora cominciata. Dovremmo, infatti, aspettare la cerimonia d’apertura in programma domani alle ore 23, ora italiana. Insomma, siamo praticamente alla vigilia e non si sa ancora quali e quanti atleti russi prenderanno parte ai Giochi. A decidere, proprio qualche ora prima della cerimonia d’apertura, sarà una commissione speciale incaricata dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) formata da 3 persone: il turco Ugur Erdener, capo della commissione medico-scientifica del Comitato Olimpico; la tedesca Claudia Bokel, ex spadista e componente della Commissione Atleti; lo spagnolo Juan Antonio Samaranch Jr, figlio dell’ex presidente del CIO. Questa commissione speciale vaglierà gli atleti che ogni singola federazione riterrà opportuno.
L’unica vera decisione del CIO, nella riunione del 24 luglio, è stata quella di negare la partecipazione a ogni atleta russo che sia stato trovato positivo al doping, anche nel caso avesse già scontato la sospensione.
Perché il CIO ha deciso di non decidere, di rimandare fino all’ultimo la sentenza? Il tempo è stato davvero tiranno o ci si poteva muovere prima? Riprendiamo l’ordine degli eventi.
25 febbraio 2013 – Yulia Stepanova, mezzofondista russa, viene squalificata per valori anomali del suo passaporto biologico. Da questo momento in poi intraprende un lungo e difficile cammino che porterà a smascherare il sistema del doping russo.
Addirittura nel 2014 uscirà un documentario di Hajo Seppelt sulla rete tedesca Das Erste nel quale hanno partecipato la stessa Stepanova e suo marito. I due hanno dichiarato che i funzionari russi fornivano sostanze vietate agli atleti in cambio del 5% dei loro guadagni e falsificavano i test antidoping con la complicità degli ufficiali che, in realtà, avrebbero dovuto svolgere il compito di controllori.
RAPPORTO MCLAREN – Da queste rivelazioni era partita l’inchiesta della commissione indipendente della Wada (AMA: Agenzia Mondiale Anti-Doping) che arriverà a redigere un dossier che avrebbe svelato il meccanismo del sistema russo del doping. In particolare, ha indagato sulla manipolazione delle provette antidoping a Sochi 2014 trovando prove evidenti e inconfutabili di comportamenti scorretti dell’antidoping russo dal 2011 a oggi con la complicità del Ministero dello Sport russo, dei servizi segreti (FSB) e dell’Agenzia antidoping di Mosca. Ecco come funzionava secondo il rapporto McLaren:
Tutti i test positivi venivano portati al viceministro dello Sport, in totale violazione agli standard internazionali per i laboratori della WADA, accompagnati dal nome dell’atleta. A questo punto il vice di Mutko, Nagornych, decideva il destino dell’atleta attraverso il codice “Salva” o “Quarantena”. Se decideva per “Salva”, nel portale Adams (il sistema di gestione antidoping dell’Agenzia internazionale) veniva inserita la negatività e falsificato il risultato di laboratorio attraverso uno scambio di provette. A controllare il laboratorio antidoping c’erano i servizi segreti (FSB) che consentivano la manomissione dei campioni di urina prima che questi venissero inoltrati ai laboratori della Iaaf. Un sistema che aveva preso il nome di “Scomparsa della positività”.
Questo sistema sarebbe stato attuato dopo il 2010 e riscontrato in queste 3 competizioni: Mondiali di atletica di Mosca 2013, Olimpiadi invernali di Sochi 2014 e Mondiali di nuoto di Kazan 2015 coinvolgendo ben 312 atleti per 578 positività coperte.
IAAF E TAS – La Iaaf, circa due mesi fa, ha deciso di mantenere la sospensione inflitta il novembre scorso alla federazione russa di atletica leggera. Preso atto di questa sentenza, il Comitato Olimpico russo e 68 atleti russi hanno deciso di impugnare il ricorso al TAS. Ma il 21 luglio il Tribunale arbitrale dello Sport ha riconosciuto il principio di responsabilità collettiva degli atleti russi, passibili di esclusione per il semplice fatto di essere stati controllati da un sistema antidoping corrotto, pur senza alcuna imputazione diretta. Dunque ha confermato la decisione della Iaaf.
GLI ULTIMI GIORNI – Ed ecco, dopo tutto questo, che la questione se decidere di squalificare interamente la federazione russa dai Giochi o prospettare un’altra soluzione ritorna nelle mani del CIO. Nulla di tutto questo, nessuna di queste soluzioni esce dalla riunione tenutasi il 24 luglio. Prevale l’astensione, prevale la non decisione, la delega a una commissione speciale lasciando libere le singole federazioni di proporre a questa gli atleti da “vagliare” perché i tempi sono stretti e qualunque decisione sarebbe affrettata. Anche se, come abbiamo potuto vedere, i segnali erano evidenti e risalivano minimo a un anno fa e la decisione della Iaaf, lo scorso novembre, è lì che lo testimonia palesemente.
Ora non resta che aspettare domani venerdì 5 agosto per vedere cosa deciderà questa commissione speciale … proprio a poche ore dall’inizio della cerimonia d’apertura della XXXI Olimpiade.
Twitter: @Francesco Nespoli