Rio 2016, l’altra faccia della medaglia
Mancano solo 2 giorni all’inizio dei Giochi Olimpici di Rio 2016, che si terranno dal 5 al 21 agosto nello stato di Rio de Janeiro. La tensione è alta e le ragioni sono molteplici e note a tutti: l’impeachment della Presidente Rousseff a maggio e le sue conseguenze, l’economia brasiliana che sta soffrendo la peggiore recessione degli ultimi 25 anni, il fallimento degli organizzatori di Rio 2016 nel mantenere le promesse fatte ai cittadini. Il 5 agosto, durante la cerimonia di apertura dei giochi olimpici, avrà luogo anche il primo di una serie di eventi organizzati da vari movimenti sociali, sotto lo slogan “I giochi dell’Esclusione”, organizzati per ribadire tutte le contraddizioni di questo evento dalla portata globale. Nel 2010, il sindaco di Rio de Janeiro, Eduardo Paes, aveva stilato il programma Morar Carioca “Vivere carioca”, ovvero il “lascito sociale” dei giochi olimpici alla città. Questo documento conteneva molte promesse: modernizzazione dei sistemi di fognatura e drenaggio delle acque, costruzione di parchi pubblici e di moderni sistemi di trasporto, nuove abitazioni e servizi sociali per le persone più vulnerabili di Rio. Oggi nessuno parla più di quel documento. La spinta iniziale data dalla celebrazione della Coppa del Mondo del 2014 e dalle Olimpiadi del 2016 verso «il riscatto sociale e l’impellente bisogno di trasformazione», come titolavano i quotidiani di tutto il mondo, è svanita. Amnesty International, Terres des Hommes e altre organizzazioni non governative hanno pubblicato numerosi rapporti sulle violazioni dei diritti umani in corso nello Stato di Rio de Janeiro, e prima che inizino questi giochi olimpici e che tutti i riflettori siano puntati sullo sfarzo, la bellezza e il gossip, ci sono cose che dobbiamo assolutamente sapere sulle Olimpiadi di Rio 2016.
Rio 2016: la protesta degli Indigeni
Le popolazioni indigene prima residenti in un edificio vicino allo Stadio Maracaná, sono state sfrattate a causa della ricostruzione dello stadio in occasione della Coppa del Mondo del 2014. L’edificio è stato sostituito da un parcheggio e da un museo dedicato al calcio, nonostante le tribù indigene avessero chiesto di stabilirvi un Centro Culturale Indigeno. L’organizzazione Survival International, in occasione delle olimpiadi di Rio 2016 ha lanciato una campagna “Fermiamo il genocidio in Brasile” per denunciare le gravi violazioni dei diritti umani subite dai popoli indigeni del Brasile. Le popolazioni presenti nel territorio circostante lo stadio Maracaná hanno annunciato che non si arrenderanno e continueranno a lottare per quei terreni che rivendicano come propri.
Circa 4000 famiglie cacciate dalle loro abitazioni
Circa 4.000 famiglie hanno perso le loro case in vista delle nuove infrastrutture previste per Rio 2016. Vila Autódromo era una comunità di 600 famiglie, nella zona ovest di Rio, nel quartiere di élite Barra. 77.206 persone sono state cacciate dalle loro abitazioni, dove hanno vissuto per decenni, per far spazio alla costruzione del Parco Olimpico. Gli insediamenti informali presenti nella zona non erano conciliabili con l’impronta data al nuovo Parco Olimpico, a pochi chilometri dalla celebre spiaggia di Ipanema, così le famiglie sono state allontanate ai margini, lontane dagli occhi dei turisti provenienti da ogni parte del mondo. Dopo anni di duri scontri con le autorità, solo a 20 di queste famiglie è stata concessa la possibilità di restare.
Aumento della repressione da parte delle autorità
Amnesty International ha denunciato un aumento del 103% degli omicidi per mano della polizia a Rio de Janeiro tra aprile e giugno 2016. Nello Stato sono state uccise 35 persone nel mese di aprile, 40 nel mese di maggio e 49 nel mese di giugno. Dal 2009, sono state uccise 2.600 persone nella città. Nel rapporto pubblicato da Amnesty a giugno “Violence has no place in these games”, l’organizzazione ha denunciato un’escalation delle operazioni di pubblica sicurezza portate avanti dalla polizia nei mesi di aprile e maggio 2016, indicando un aumento delle operazioni “pacificatrici” nelle favelas di Rio, in cui molte persone hanno perso la vita e molte altre sono rimaste gravemente ferite.
Rio 2016 e la violazione dei diritti dell’infanzia
Il Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia in un rapporto pubblicato nell’ottobre del 2015 ha avanzato le sue preoccupazioni riguardo gli episodi di violenza da parte della polizia nei confronti dei minori nelle favelas. Il Comitato si è detto “gravemente preoccupato” per l’alto numero di violenze nei confronti di minori da parte delle autorità e per la diffusa impunità per queste gravi violazioni dei diritti dell’infanzia. Le preoccupazioni riguardano inoltre le notizie di tortura e sparizioni forzate, violenza fisica nei confronti dei minori, arresti arbitrari, abusi sessuali durante le “operazioni di pacificazione” nelle favelas.
Mentre le Olimpiadi di Rio 2016 erano state denominate “I giochi dell’Inclusione”, la realtà è ben diversa e la promessa di un evento volto alla costruzione di tolleranza, pace e inclusione sociale è stata disattesa.
Torna alla HomePage LineaDiretta24
Leggi altri articoli dello stesso autore
Twitter: @ElisabFerrini