Bombe su un ospedale pediatrico in Siria
Era gestito da Save the Children e Syria Relief, l’ospedale pediatrico in Siria, nella provincia di Idlib, colpito e gravemente danneggiato da un bombardamento aereo. Si trattava dell’unica clinica ostetrica presente nel raggio di 10 km che ogni mese assisteva oltre 1.300 donne e bambini. Amnesty International ha condannato l’attacco diffondendo una nota in cui denuncia il “Modello spregevole di attacchi illegali e deliberati contro strutture mediche”. Il bilancio provvisorio è di due vittime – familiari dei pazienti in visita alla struttura – e tre feriti.
L’ospedale pediatrico in Siria colpito era in una zona soggetta al controllo dalle forze ribelli. Si tratta dell’ennesimo caso di una struttura sanitaria bombardata dal regime di Bashar Assad e dai suoi alleati russi, iraniani e sciiti. A puntare il dito contro il regime è stata la stessa Save the Children. Nella provincia di Idlib si resiste da tempo all’offensiva di Damasco; qui si tenta anche di fermare l’assedio ad Aleppo, dove 300 mila civili anti-Assad vivono circondati da oltre 30 giorni. Proprio nella Capitale si registra il picco della tensione: solo qui, nell’ultima settimana, sono state bombardate quattro strutture ospedaliere: decine i civili coinvolti.
Secondo l’Osservatorio Siriano per i diritti umani la struttura di Idlib non potrà più essere operativa a causa dei gravi danni subiti. “A 5 mesi dal bombardamento che colpì l’ospedale di Medici Senza Frontiere, ora giungono notizie gravi del bombardamento di ospedale di Save the Children in Siria. Si tratta di una situazione inaccettabile” ha sottolineato il viceministro per la cooperazione internazionale Mario Giro. Con l’eccezione del caso di Msf, rimbalzato sui media internazionali, la maggior parte di queste tragedie, finisce però col passare inosservata in un Paese che ormai da quattro anni sembra non conoscere possibilità di tregua.
Bombe su un ospedale pediatrico in Siria
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Twitter autore: @JoelleVanDyne_