Framed, il mondo visto dagli occhi di un omino di plastilina

Baltasar Gracián y Morales era del parere che non esiste dominio più prezioso di quello che si esercita sopra se stessi, e sopra i propri affetti, poiché giunge ad essere il trionfo del libero arbitrio. Il libero arbitrio, appunto, è la condizione a cui aspira il protagonista del film Framed.

In un mondo che qualcun altro ha modellato per noi, siamo davvero padroni del nostro destino? È questa la domanda silente che guida Framed e, come una colonna sonora, ma fatta di immagini, cattura l’attenzione del nostro udito ‘visivo’.
Framed Framed è un film che ha come finalità l’esplorazione dello smarrimento, attraverso gli occhi del protagonista Fk (voce di Guglielmo Favilla), di chi si trova a vivere in un mondo a cui non sente di appartenere. Ma chi è Fk? Fk è un omino di plastilina, di quelli usati nel cinema d’animazione per fare film di intrattenimento. Ma non è soltanto una poltiglia di olio, argilla e cera. Fk è diverso: possiede un’anima profonda e un forte spirito critico, tanto da spingerlo alla decisione di ribellarsi alla sua condizione. In una stanza di interrogatori in un anonimo distretto di polizia, Fk è venuto a cercare la libertà di cui ogni essere vivente ha bisogno: quella di scegliere il proprio destino.
Molto probabilmente, il pubblico letterato, attraverso un’operazione di analogia immediata e inevitabile, avrà già fatto delle osservazioni, osservazioni che magari non hanno nulla a che vedere con Framed. Ma alla lettura di Fk vi sarà venuto in mente il nome di Franz Kafka, ed Fk vi avrà fatto ricordare Josef K. de Il processo (augurandoci però che il nostro omino di plastica non si trovi a pronunciare le parole « “Come un cane!” disse e gli parve che la vergogna gli dovesse sopravvivere»). Lasciamo Kafka e ritorniamo a Framed. Framed letteralmente significa incorniciato e nel linguaggio poliziesco indica l’innocente a cui viene attribuito un crimine che non ha commesso: raggiungendo una sala da interrogatori della polizia, Fk si presenta affermando di essere stato strappato al suo mondo, torturato e umiliato. Gli viene chiesto di raccontare nel dettaglio le ingiustizie subite e attraverso gli occhi del nostro protagonista, viviamo passaggi della vita quali la nascita, la crescita e il lavoro come violenze imposte invece che come scelte personali (il libero arbitrio di cui sopra).

FramedLa regia si propone, attraverso un ritmo sostenuto, di offrire uno scenario ricco facendo tesoro dei molteplici elementi scenici e delle situazioni di forte tensione.  Lo spettatore, prendendo metaforicamente per mano Fk, sarà guidato nell’azione purificatrice e liberatrice dalle passioni, meglio nota come processo di catarsi.
La caratteristica e il punto di forza di Framed, oltre al potere stesso dell’animazione, risiede nella tecnica della stop motion che ne consentirà la distribuzione in circuiti internazionali. Nonostante il progetto sia nato dall’idea di una singola persona, Framed vive grazie al potere della condivisione ed essendo ancora in fase di lavorazione ricerca fondi. Per questo motivo, i produttori Marco Jemolo, Eleonora Diana, Nicoletta Cataldo e Gray Ladder, hanno deciso di lanciare anche una campagna crowdfunding su Indiegogo.
In un mondo fatto di cartapesta e plastilina, Framed, ha già in sé il potenziale di suscitare forti emozioni e di spingerci a profonde riflessioni poiché dentro ognuno di noi alberga un Fk.

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