Addio alla stilista Marta Marzotto: storia di una vita (anzi sette) da musa

Si è spenta Marta Marzotto, icona di stile e regina dei salotti italiani. L’ex modella e stilista aveva 85 anni ed era stata ricoverata qualche giorno fa presso la clinica La Madonnina di Milano a causa di una malattia, vissuta nella massima riservatezza. La notizia del decesso arriva da un tweet della nipote Beatrice Borromeo che scrive:” Ciao nonita mia”.

marta marzottoMarta Vacondio, questo il suo cognome paterno, nasce a Mortara, in Lomellina, nel 1931. Figlia di un casellante e di una mondina, Marta segue le orme della madre e inizia a lavorare da giovanissima in quanto le sue condizioni economiche erano tutt’altro che agiate. In seguito si trasferisce a Milano, dove lavora come apprendista sarta nell’atelier Aguzzi di proprietà delle sorelle; qua la giovane inizia ad avvicinarsi al mondo della moda e ben presto da sarta diventerà modella.

Quello di Marta con il mondo della moda è un connubio destinato a durare per tutta la vita, da modella diventerà stilista e negli anni ‘50, proprio in quest’ambiente, incontra il conte Umberto Marzotto, proprietario dell’omonima industria tessile. I due si innamorano e dopo due anni di fidanzamento convolano a nozze e mettono al mondo ben cinque figli: Paola, Vittorio, Maria, Matteo e Annalisa, scomparsa all’età di 32 anni per colpa della fibrosi cistica. “Nobile, bello e intelligente” – come lo descriveva la stessa Marta-, Umberto possedeva tutto quello che si poteva desiderare, ma la Marzotto aveva una personalità eclettica, ma soprattutto era uno spirito libero; così ben presto la loro favola termina nel 1986 con un divorzio ma, nonostante tutto, la stilista mantiene il cognome dell’ormai ex marito. La vita sentimentale di Marta Marzotto è stata costellata da altre due grandi passioni: quella per Renato Guttuso e Lucio Magri.

Marzotto, Guttuso, Magri: Marta Marzotto e quegli amori da favola

 Nel 1960, anno in cui nacque il primo figlio maschio di Marta e Umberto, la Marzotto conobbe il pittore Renato Guttuso, qualche anno dopo i due si incontrarono nuovamente a Roma. Con il patto di non mettere mai in pericolo le rispettive famiglie, quella con Renato fu una passione dominata dall’arte e dal romanticismo, il pittore infatti corteggiò a lungo Marta, le scrisse centinaia di lettere e si lasciava ispirare dalla sua figura per le sue opere. La loro storia andò avanti per vent’anni, interrompendosi poi bruscamente.
Renato Gattuso e Marta Marzotto
Renato Guttuso e Marta Marzotto

L’ultima figura maschile che è entrata a far parte della vita di Marta Marzotto è quella di Lucio Magri, segretario del Partito di unità proletaria per il comunismo. Questo “rivoluzionario da salotto”, come lo definiva la stessa Marta, era bello e intelligente, ma non aveva il romanticismo di Gattuso. La loro fu una relazione durò dieci anni, ma la Marzotto era consapevole che il coinvolgimento di Lucio non fu mai completo, era un uomo troppo incentrato su se stesso.

Nel 1986 Marta Marzotto improvvisamente si trova da sola, chiude con tutti i suoi amori e si butta a capofitto nel lavoro. Disegna abiti e gioielli originali, organizza sfilate sui generis e scrive due libri: Il successo dell’eccesso e Una finestra su Piazza di Spagna. La mia vita. Nel 2008 il passato torna a bussare alla porta di Marta con una bega giudiziaria: i nipoti di Guttuso la denunciano per aver riprodotto alcune opere del pittore. La Marzotto viene inizialmente condannata in primo grado, poi la sentenza viene ribaltata nel 2011 in quanto il fatto non costituiva reato. Un mese fa usciva Smeraldi a colazione. Le mie sette vite, il libro di ricordi (Cairo Editore) che la Contessa ha scritto con Laura Laurenzi.

Mamma di cinque figli e nonna di nove nipoti, tra cui Beatrice Borromeo, Marta Marzotto è stata l’ultima vera regina del salotto vip. In televisione, con i suoi lunghi caftani, era un’opinionista brillante, ironica e mai scontata. Donna, ancor prima che stilista, ha vissuto e amato a pieno e, come recitava nel decalogo dei suoi consigli, non faceva collezionismo, ma coglieva l’attimo fuggente restando fedelissima nei sentimenti. Da mondina a contessa, ha vissuto una favola e il titolo di una mostra che le è stata dedicata a Milano qualche anno fa racchiude e descrive l’essenza della sua figura immortale: La musa inquieta.

 

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