Virtus Roma esclusa dal campionato di A2, il basket italiano perderà davvero la storica squadra capitolina?

VIRTUS ROMA ESCLUSA DAL CAMPIONATO – Sembrano passati interi decenni e non solamente tre anni da quella lontanaRoma Siena Scudetto finale scudetto del 2013 tra Roma e Siena. Dopo il fallimento di Siena, avvenuto nel 2014, ora anche Roma sembra a un passo dal baratro. Ma è davvero questa la fine della gloriosa società capitolina? Come si è potuti passare in un triennio da una finale scudetto all’esclusione dal campionato di A2?

Lo scorso campionato il presidente Toti decise di fare un passo indietro e, dopo aver ottenuto sul campo la salvezza in lega A, auto-retrocesse la sua squadra nel campionato di A2. Campionato costellato da numerose difficoltà, culminate con i playout faticosamente vinti contro Omegna. Proprio quando sembrava ci fosse spazio per dare vita a una ricostruzione sportiva in grado di restituire a Roma il palcoscenico che meritava, è arrivato il colpo di scena: prima rata della stagione sportiva 2016/17 pagata con un giorno di ritardo e automatica esclusione dal campionato di A2. Ma la questione non è affatto chiusa come sembra e noi proveremo a spiegarvi il perché si sia giunti a un muro contro muro tra Virtus Roma e Federazione.

IL PROBLEMA DELLE DATE – La FIP, in questa stagione, ha fissato il termine ultimo per il pagamento della prima rata al giorno 7 luglio 2016. Questa data è stata comunicata alle società attraverso il comunicato ufficiale del 29 Aprile 2016. All’interno di questo comunicato si fa riferimento a due deliberegiustizia riguardanti i contributi a carico delle società di pallacanestro professionistiche e non. Si tratta delle delibere 262 e 263, nelle quali sono riportati i termini ultimi per il pagamento della prima rata, pena l’esclusione dal campionato di A2. Qui il pasticcio prende connotazioni grottesche. Su entrambi i comunicati vi sono degli errori da parte della FIP che, usando i modelli degli anni precedenti, non ha aggiornato alcune date, creando dei refusi su cui la Virtus sta fondando la sua difesa, e puntando a quello che l’avvocato Tobia ha definito “Errore scusabile” ossia un errore indotto da comunicazioni errate o forvianti, dunque non punibile. Sempre secondo il legale della Virtus, la FIP, quando si è accorta degli errori, avrebbe modificato le date sui comunicati sperando che nessuno se ne accorgesse, cosa che invece la Virtus ha denunciato in sede di giudizio, affidando il tutto alla perizia di un esperto informatico che avrebbe constatato la modifica degli stessi.

A questo punto la Federazione, nella delibera dell’11 luglio, esclude la Virtus Roma dal campionato e al tempo stesso ammette i refusi nei comunicati che ora si possono trovare con delle correzioni evidenziate. A oggi, quello che è possibile trovare online, è la versione originale del comunicato 262 del 29 Aprile 2016 per le società non professionistiche, dove si legge chiaramente che il termine ultimo è il 9 luglio 2015. Dunque una data palesemente sbagliata che avvalorerebbe la tesi della società capitolina. La versione dello stesso comunicato 262 aggiornata all’11 luglio, invece, ha chiaramente la modifica nella data. Per quanto riguarda, invece, i due comunicati per le società professionistiche, sia nella versione originale del comunicato ufficiale 263 del 29 Aprile che nella versione modificata l’11 luglio, reperibili sul sito FIP, sembra che la data indicata come scadenza della prima rata sia sempre il 7 Luglio 2016 e non vi è traccia del 9 Luglio 2015.

Ma a questo punto, se venisse stabilito in sede di giudizio che la FIP ha modificato un comunicato ufficiale in modo postumo senza averne dato comunicazione, diventerebbe davvero impossibile dire quali date e quali comunicati erano presenti sul sito ufficiale prima del 7 Luglio, rendendo di fatto vano qualsiasi tipo di ricostruzione della vicenda, e già questo è un fatto gravissimo di per sé.

IL RICORSO – La Virtus Roma esclusa dal campionato ha deciso di impugnare la sentenzavirtus-roma-claudio-toti sportiva e di avvalersi di tutti i gradi di giudizio necessari per veder riconosciute le proprie ragioni. A oggi sia il primo ricorso al Tribunale Federale che il secondo alla Corte Federale d’Appello sono stati respinti. Nella conferenza stampa di ieri 29 Luglio, l’ingegner Toti ha dichiarato che non intende lasciare e che, anzi, intende combattere e dimostrare le proprie ragioni. Ha anche accusato la Corte d’Appello Federale di aver impiegato meno di un’ora e mezza per respingere un ricorso di 26 pagine, ma di essersi presa ben 10 giorni per depositare le motivazioni, facendo scivolare di proposito i tempi del ricorso al CONI intorno a Ferragosto. Lo stesso presidente della Virtus ha detto che è sua intenzione, nel caso in cui il Collegio di Garanzia dello Sport del CONI rigetti il ricorso, procedere con tutti i successivi gradi dell’Iter, compresi ricorso al Tar del Lazio e Consiglio di Stato, e dunque passando la questione alla giustizia ordinaria, ben consapevole che questo finirebbe per bloccare il campionato stesso.

CHI HA RAGIONE? – L’impressione è che entrambe le parti abbiano torti e ragioni.tifosi Virtus Roma Da un lato, la Virtus ha tenuto un comportamento non certo esemplare che sicuramente non farà che inasprire i rapporti già tesi con una tifoseria scontenta del ridimensionamento sportivo di quella che è stata per anni una delle società italiane più importanti e gloriose. Dal canto suo, la FIP ha pubblicato una data errata su un comunicato ufficiale modificando lo stesso l’11 Luglio in modo postumo.

Questo scontro frontale sembra solo l’ultimo capitolo di quella che, a tutti gli effetti, è ormai diventata una guerra tra Toti e i vertici della FIP, la quale rischia seriamente, per un ritardo di 15 ore in un pagamento, di far scomparire una delle più gloriose e importanti società di basket in Italia.

UNA SITUAZIONE IN CUI PERDONO TUTTI – Da questa situazione nessuno ha da guadagnare nulla, tutti quanti perdono solamente. La Virtus Roma chiaramente subisce un danno materiale e di immagine enormi. Al momento nessun giocatore può permettersi di firmare per una società non ammessa al campionato,palla_basket e anche i giocatori già sotto contratto rischiano di veder sfumare il loro tesseramento o possono chiedere la risoluzione dello stesso. Anche ammesso che riesca a vincere uno dei prossimi ricorsi, potrebbe non avere nemmeno il tempo materiale per allestire una squadra all’altezza della competizione. Essere stata poi l’unica società che non ha rispettato la scadenza la pone in una posizione facilmente criticabile e che finisce per screditare ancor più il nome della Virtus agli occhi di tutti.

Le altre squadre di A2 rischiano, nel caso in cui la questione dilati i tempi dei vari gradi di giustizia, di veder slittare l’inizio del campionato stesso, arrecando un forte disagio a tutto il movimento.

Per ultima la Federazione, che un errore sicuramente lo ha commesso e ammesso (anche se era troppo tardi), poteva forse cercare di trovare una soluzione diversa dallo scontro frontale. Probabilmente un’ammissione con mora a causa del ritardo nel pagamento avrebbe salvato entrambi e risparmiato al nostro basket l’ennesima estate di passione degli ultimi anni.

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Twitter: @Mauro.Zini14