Icardi vs Higuain: il giovane vecchio n.9 o il vintage moderno
Opposizione di stili, due n.9 a confronto: sono i nomi del momento e potrebbero incrociare le proprie strade
Non si fa che parlare di loro, Mauro Icardi da una parte e Gonzalo Higuain dall’altra: uno è il capitano e simbolo di un’Inter in lenta ripresa ed alla ricerca di una nuova e brillante era. Vuole un rinnovo, o un adeguamento sarebbe meglio dire e strizza l’occhio al Napoli, che dall’altra parte ha Higuain. O meglio, aveva: è stato depositato il contratto in Lega, il Pipita non è più la perla azzurra sotto il Vesuvio, è ufficialmente un giocatore della Juventus. Il primo nome a cui De Laurentiis e Sarri hanno pensato dopo l’addio dell’argentino è… l’argentino. Uno è nato in Francia, a Brest, l’altro ha origini e nonni italiani: il n.9 sulle spalle ed il ruolo di centravanti in comune, le similitudini terminano qui. Due modi diversi di interpretare il ruolo di centravanti, paradossalmente in controtendenza con la loro età: Icardi più giovane di 6 anni ma è la reincarnazione di quei Trezeguet ed Inzaghi che fuori dall’area di rigore erano meno utili di Medel in cabina di regia, ma in quegli ultimi 16 metri hanno fatto la storia del calcio. L’interista è quel tipo di attaccante, che in tanti possono non amare, ma che a quegli stessi fa gioire a suon di gol: nel 2015 è diventato il più giovane capocannoniere nella storia della Serie A per quanto concerne gli ultimi 38 anni. Per trovarne uno più acerbo dobbiamo tornare al 1978 con Paolo Rossi: con 47 reti in 91 partite ha una media gol superiore ad una rete ogni 2 match, numeri impressionanti. Ha debuttato in Nazionale a 20 anni, è tutt’oggi la sua unica presenza con l’albiceleste: per parafrasare Mourinho, è ancora a quota “zeru tituli”.
Gonzalo Higuain all’età di Icardi aveva conquistato due campionati col Real Madrid ed una Supercoppa di Spagna: facile, verrebbe da dire, giocando nei blancos. In effetti il Pipita ha recitato un ruolo da comprimario nelle merengues nelle due stagioni in causa, con appena dieci reti. In Nazionale il neo bianconero aveva già collezionato 13 presenze con 7 reti, di cui 3 in una partita dei Mondiali: l’unico giocatore argentino nella storia capace di una simile in presa con Batistuta. L’ex bomber del Napoli è riuscito nell’ultima stagione a diventare il più prolifico marcatore stagionale nella storia della Serie A, ma è molto più che un mero realizzatore. È il prototipo dell’attaccante moderno, capace di creare gioco per la squadra e al tempo stesso di far reparto da solo: un terminale offensivo che mette in condizione tutti i compagni di girare al meglio.
Il confronto statistico tra el Pipita e Maurito
Sports.bwin.it ha pubblicato nei giorni scorsi un studio infografico interessante, analizzando a livello statistico sei parametri in grado di misurare l’efficacia sottoposta dei due bomber argentini.
Nell’ultima stagione Maurito è andato in rete per 16 volte su 33 presenze, realizzando però 4 assist a fronte dei soli 2 del Pipita: l’erede designato è proprio lui, una maglia pesante ma che ha già dovuto sopportare gli addii di Cavani ed ora Higuain. Con lui, magari seduta al fianco di De Laurentiis in tribuna, potrebbe anche esserci Wanda Nara: che nel frattempo reciterà nel prossimo cinepanettone.