Una lunga maratona verso il governo di Natale

Arrivato dopo circa 18 ore di trattative notturne, a due mesi dell’elezione del CdU di Angela Merkel come primo partito nazionale, l’accordo per una grande coalizione di Governo è finalmente concluso.

Solo così, infatti, si potrà formare un governo in Germania, atteso per Natale, unendo le forze dei due maggiori partiti e storici avversari politici del Paese. Le forze moderate e conservatrici guidate dalla Cancelliera non hanno raggiunto la maggioranza assoluta necessaria alla formazione di un governo stabile. A settembre il risultato elettorale ha fallito per 5 punti la piena maggioranza, con un esito del 41,5 %. La grande coalizione, giunta soltanto dopo l’accordo su specifiche proposte avanzate dalla socialdemocrazia, su questioni come pensioni minime e salario minimo, sembra la meta di arrivo ideale per un accordo trasversale su politiche di welfare volte ai bisogni della cittadinanza.

Questo rappresenta anche il segno evidente di una rottura, in Germania come in Gran Bretagna, con le linee politiche europeiste, ora le forze politiche si concentrano sulle tematiche più rilevanti per la politica interna, soprattutto dopo la crisi economica degli ultimi anni, convogliando le energie, seppur provenienti da retroterra politici profondamente diversi, su leggi nazionali con una svolta in senso protezionistico. La travagliata intesa ora raggiunta come obiettivo di ripresa, prima di tutto politica e poi economica, nasce dalla decisione congiunta di innalzare il salario minimo a 8,50 euro all’ora, di introdurre una soglia minima alle pensioni, nuove normative per la tutela delle donne nel lavoro e per l’introduzione di quote rosa in politica e nell’imprenditoria privata, doppia cittadinanza per i cittadini extracomunitari nati nei confini del Paese e politiche sociali con una linea riformista, nell’ambito della tradizione della social democrazia tedesca. Tutto questo è, però, sottoposto al voto dei 474 mila iscritti alla Spd che dovranno, così, approvare il patto siglato dai vertici di partito dopo la lunga maratona. Per quanto riguarda l’Europa CdU e Spd confermano la stabilità finanziaria, nuovi investimenti e tasse bloccate, su richiesta dei conservatori, almeno fino al 2017, ma non si aprono a forme di mutualizzazione del debito. Compromesso raggiunto anche sulle energie rinnovabili che dovranno passare dal 55% al 60% dell’intera rete.

La formula della Grande coalizione con la Spd era già stata sperimentata dalla cancelliera nel 2005, senza successo e, a settembre scorso, né i liberal democratici ne i Verdi avevano potuto appoggiare la forza politica del centro moderato, non avendo superato la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento, perciò, per la prima volta, si avvera la coalizione storica con l’opposizione.
Ferma restando l’approvazione della base socialdemocratica, si è stabilito che alla CdU andrebbero cinque dicasteri, mentre la Spd avrebbe sei ministeri e la Csu tre.
Un’intesa che risponde al diffuso senso anti-europeista dell’opinione pubblica con riferimento agli obiettivi di crescita, come la decisione di destinare una quota pari al 3% del Pil per la ricerca.La Germania fa dunque da volano per gli altri Paesi europei come esempio per avvantaggiare la «gente che lavora duramente» e per dare nuovo impulso alle politiche sociali.

Eva Del Bufalo

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