Quale ballo seguirà la decadance?
Berlusconi è decaduto: ormai è una certezza. Niente di particolarmente sorprendente, la vera notizia sarebbe stata il contrario. Ora il Paese intraprenderà la risalita per uscire dalla crisi economica e politica in cui versa da tempo? Le intenzioni ci sono tutte ma, come si sa, è più facile a dirsi che a farsi. L’Italia è divisa in tre: chi ha percepito la decadenza di Berlusconi come il trionfo della politica, chi come vittoria dell’anti-politica e chi come un vero e proprio colpo di Stato.
Nel giorno della decadenza di Berlusconi, Letta ottiene la fiducia e festeggia convocando una conferenza stampa a Palazzo Chigi per celebrare la nuova maggioranza. Ben 171 voti, più di quanti ne aveva avuti l’ultimo governo Berlusconi. Riguardo a quest’ultimo, Letta non rilascia dichiarazioni, continuando a seguire una linea di netta separazione tra il governo e le vicende giudiziarie del Cavaliere. Certo, l’uscita di Forza Italia dal governo sembra garantire maggior unità. La speranza di Letta è quella di riuscire ad andare avanti fino al 2015. Riferendosi ad Alfano, dichiara: «Non c’è alcuna fine delle larghe intese, la nostra resta una maggioranza di forze diverse che alle elezioni erano avversarie. Siamo una grande coalizione come in Germania, Austria, Finlandia, nata per fronteggiare una situazione assolutamente straordinaria e per fare le riforme di cui il paese ha bisogno».
Alfano continua il suo corso come leader di Ncd e dichiara: «Abbiamo sufficienti parlamentari per tenere in vita il governo ma anche viceversa». Il suo intento è quello di realizzare, a seguito delle primarie del Pd dell’8 dicembre, un contratto di programma, il cosiddetto “Italia 2014”. Nel frattempo, Matteo Renzi auspica una nuova alleanza di governo da raggiungere mediante un “rimpasto”. Ma Alfano non si scompone: «Aspettiamo il congresso Pd. Vediamo chi sarà il prossimo segretario democratico e se come primo gesto vorrà far cadere un governo presieduto da un esponente del suo partito. Se è una questione interna alla vicenda congressuale io spero che non ricada sull’Italia e che il conto non lo paghino i cittadini». Dopotutto, la possibilità di aprire una crisi formale spetta al Presidente della Repubblica e al premier. Da parte sua, Giorgio Napolitano, ha precisato, durante un incontro al Quirinale con una delegazione di Forza Italia, che ci sarà certamente un passaggio parlamentare al fine di segnare la discontinuità politica tra il governo delle larghe intese e il governo che ha ricevuto la fiducia sulla Legge di Stabilità. Secondo fonti di governo, il passaggio parlamentare non si concretizzerebbe in un voto di fiducia, ma piuttosto in un intervento del premier alle Camere per un’informativa nella quale il Presidente del Consiglio prenderà atto del passaggio di Forza Italia all’opposizione . In ogni caso, un incontro tra Napolitano e Letta è previsto per il prossimo 2 dicembre. Particolare ilarità ha suscitato il caso dei sottosegretari di Forza Italia che pare non abbiano nessuna intenzione di dimettersi dal loro incarico e per questo soprannominati “poltronisti”, a eccezione di Gianfranco Micciché e Jole Santelli.
Per ora, tutto sembra rimandato a dopo le primarie del Pd, il cui risultato sembra essere determinante ma non scontato. In ogni caso, per quanto ognuno cerchi di trarre acqua al proprio mulino, le elezioni anticipate, nel concreto, non favorirebbero nessuno, tanto meno i cittadini.
Fatto sta che, dopo la decadenza, secondo un sondaggio dell’istituto Ixè per Agorà, la fiducia nell’ex premier Berlusconi è salita del 6%, anche se il Pd rimane comunque il primo partito.