Famiglia Bonolis: il jet privato, i leoni da tastiera e l’indignazione “a puntate”
Tutta colpa di una foto postata da Sonia Bruganelli, moglie di Paolo Bonolis. La famiglia Bonolis stava partendo per le vacanze, a bordo di un jet privato. La donna ha pensato di immortalare quei momenti felici, pubblicando una foto su Instagram. Forse pensava di poter condividere la sua gioia con il mondo degli internauti. Ma spesso le aspettative si rivelano diverse rispetto alla realtà. In molti hanno criticato la foto postata, condannando le possibilità economiche della famiglia Bonolis. A molti la risposta di Sonia è sembrata avventata. “In Italia per essere apprezzato sui social network devi farti una foto vestito come un poveraccio. Italiani, siate meno frustrati: la vostra negatività è la rovina della vostra vita e del vostro paese”.
Bisogna fare una premessa: il mondo dei social network, tanto ci regala tanto ci toglie. Abbiamo guadagnato nell’acquisizione del numero dei contatti, nella visibilità, nella velocità, ma di sicuro abbiamo perso ogni diritto sul fronte della privacy. Ognuno si sente autorizzato a criticare l’altro, ad entrare nella sua vita e a giudicarla. Spesso si perde, oltre al filtro, anche il rispetto per le persone. Ed ecco che, anche sul caso Bruganelli, i famosi “leoni da tastiera” sono esplosi in commenti e critiche.
La famiglia Bonolis e il jet privato: che colpa hanno i vip?
Non è colpa dei vip se l’Italia versa in condizioni economiche e culturali spaventose e se 4 milioni e mezzo di italiani vivono in condizioni di povertà assoluta. Il problema è a monte, consiste nel fatto che noi non viviamo in uno stato sociale, che prevede la ridistribuzione in parti uguali della ricchezza. Viviamo nella società del capitale, nella quale, come era stato ampiamente previsto, si sta acuendo la spaccatura tra i ricchi e i poveri. La famiglia Bonolis (e dei vip in genere) non è la causa della povertà diffusa. Semmai è l’effetto di una politica economica di stampo capitalistico che ha portato alla inevitabile concentrazione di capitali.
In questo contesto, i “leoni da tastiera” sono quelli che, quando c’è bisogno di scendere in piazza a manifestare per i propri diritti, stanno a casa a vedere gli Europei. Sono quelli che passano con il rosso al semaforo. Sono quelli che non rispettano mai i limiti di velocità. Sono quelli che poi rallentano davanti agli autovelox e alle pattuglie della polizia. Sono quelli che ad un incrocio non ti fanno mai passare “nemmeno se ti ammazzi”. Sono quelli, insomma, ormai assuefatti all’ordine delle cose, non necessariamente per colpa ma sicuramente per inerzia (qualora l’inerzia non sia una colpa.) Sono quelli che, per frustrazione o per abitudine, restano a guardare solo di fronte alle ingiustizie che vogliono loro: come quando si consumano iniquità ben più gravi, da un mercantile carico di centinaia di migranti che affonda ai continui reati di femminicidio, tanto “funziona così”.
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Crediti immagine di copertina: www.sologossip.it