Il Cio prende tempo e rinvia la sentenza sullo scandalo doping in Russia
L’esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale, ha rinviato una sentenza definitiva sul caso doping in Russia. Per ora il Cio decide di non decidere. Si attende la sentenza del Tas prevista per il 21 luglio sul ricorso degli atleti russi squalificati dalla Iaaf.
Il Cio prende tempo e congela tutti gli eventi, rinviando la sentenza decisiva sul caso doping in Russia. Dunque per il momento, niente bando olimpico della Russia.
L’esecutivo del Cio, che ha aperto una formale procedura disciplinare nei confronti delle persone coinvolte nel rapporto Wada, l’agenzia antidoping, ha dichiarato che “esaminerà con cura il rapporto McLaren, valutando le opzioni legali, confrontando il bando totale di tutti gli atleti e il diritto ala giustizia individuale”. Il Cio inoltre attende la sentenza del Tas, prevista per il 21 luglio, sul ricorso degli atleti russi squalificati dalla Iaaf. Ancora in bilico dunque la decisione sulla partecipazione della Russia ai Giochi di Rio.
Non sono mancate le reazioni come quella di Giovanni Malagò, presidente del Coni, “se mi immagino i Giochi senza la Russia?”, ha dichiarato basito, che si tratta di una manifestazione di tutti. Inoltre la stessa Russia sostiene che sarebbe ingiusto punire gli atleti puliti, impedendo loro di partecipare ai giochi di Rio.
Mosca difende poi il proprio ministro dello sport, Vitali Mutko, sostenendo che questi non sarebbe coinvolto nello scandalo.
Nell’attesa il Cio ha deciso di non concedere accrediti a tutti i funzionari coinvolti nella relazione Wada, di congelare ogni avvenimento sportivo in territorio russo fino alla fine dell’anno e ha esortato tutte le federazioni internazionali di fermare i preparativi per i grandi eventi in programma nel paese, come il Grand Prix in programma a novembre a Mosca e la coppa del mondo di Dicembre a Nizhny Tagil.
“La Russia non boicotterà i Giochi di Rio”, lo afferma il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ” siamo grandi sostenitori delle idee olimpiche e membri della famiglia olimpica e non vogliamo che queste situazioni danneggino il movimento olimpico”.
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