Riciclaggio fondi UNICEF: indagato il cognato di Renzi
Senza dubbio non è il primo caso di riciclaggio di denaro raccolto da associazioni di beneficenza e transitato poi in conti esterni di società private, ma mentre si cerca l’ago nel pagliaio nello storico della Raggi, in casa Renzi l’inchiesta c’è davvero. Andrea Conticini, imprenditore 35enne sposato con Matilde, sorella del premier, è indagato dalla Procura di Firenze per riciclaggio. La notizia è stata riportata dal quotidiano La Nazione e sembrerebbero coinvolti anche gli altri due fratelli Conticini, Luca e Alessandro, per appropriazione indebita.
Tutto partirebbe dalla segnalazione di Banca d’Italia per sospetti e ripetuti trasferimenti di denaro dai conti delle organizzazioni umanitarie UNICEF e Operation Usa verso il conto personale dell’imprenditore tosco-bolognese Andrea Conticini, che avrebbe poi utilizzato il capitale di provenienza non lucrativa per acquistare quote di una società. Per la precisione le operazioni di transito, continuate fino al 2015, sarebbero state effettuate proprio dagli altri due fratelli, ai quali per questo si contesterebbe il reato di appropriazione indebita.
Si parla di centinaia di migliaia di euro, i pm Luca Turco e Giuseppina Mione ipotizzano un transfert triangolare che vedrebbe coinvolta anche una terza associazione operante sempre nel campo della solidarietà internazionale, la Play Therapy Africa Limited nella quale sarebbero migrati i soldi devoluti a UNICEF e Operation Usa. L’insolito è che la Play Therapy era casualmente co-diretta dallo stesso Alessandro Conticini, già direttore della sede UNICEF di Addis Abeba, che avrebbe spostato in “assenza di idonea causale” il denaro sul conto personale del cognato di Renzi, che se ne sarebbe servito per l’acquisto di quote societarie. I difensori della famiglia Conticini, l’avvocato fiorentino Federico Bagattini e la collega bolognese Chiara Zecchi, assicurano che i signori Conticini resteranno a disposizione dell’autorità giudiziaria per tutti i chiarimenti che si renderanno necessari, confidano in una rapida risoluzione della vicenda e contestano tutte le accuse “sul giro e raggiro di denaro”.
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