Scandalo Expo inarrestabile. M5S: «Verbali del cda pieni di omissis»
“Nutrire il pianeta, Energia per la vita!”, Questo lo slogan dell’Expo Milano 2015, l’Esposizione Universale sull’alimentazione e la nutrizione, che ha permesso di condividere idee provenienti dai diversi Paesi sulla sana alimentazione, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Ma è altrettanto “sano” il retroscena organizzativo ed economico di questo grande evento?
Certamente no, soprattutto dopo i numerosi fatti usciti allo scoperto il 16 Dicembre 2013, quando Francesco Paolo Tronca, davanti ai parlamentari, legge un appunto riservato e svela “una tendenza che si sta delineando e sempre più consolidando di una penetrazione nei lavori Expo di imprese contigue, se non organiche alla criminalità organizzata.”
Scoperchiato dunque il vaso di Pandora del grande evento Expo 2015, sono usciti fuori rapporti d’affari clamorosi, intrecci politici ed economici in cui la mafia è stata la protagonista principale. Le mani di Cosa nostra sono arrivate a toccare anche il cuore delle strutture espositive più importanti d’Europa, attraverso rapporti criminali occulti. Appalto dopo appalto, allestimento dopo allestimento, fino ad arrivare alle costruzioni dei padiglioni. Pertanto, il 6 Luglio 2016 la Guardia di Finanza ha arrestato 11 persone su richiesta dei magistrati milanesi oltre a rilevare una serie di elementi relativi ad infiltrazione mafiosa, in cui il personaggio principale è Giuseppe Nastasi, “un’ imprenditore che si occupa di allestimenti fieristici e che, insieme ad altri soggetti che fungono da prestanome, ha commesso una serie di reati tributari per importi assai rilevanti”. Ma il retroscena criminale purtroppo non finisce qui e cela punti d’ombra che ancora oggi non vengono svelati. L’esempio lampante di questo continuo rifiuto nel fornire dati su conti effettivi oppure di fornirli ma falsi si rispecchia nei tentativi e nei numerosi solleciti fatti dalla Consigliera regionale del M5S Silvana Carcano, che da mesi ha presentato istanze di accesso agli atti per ottenere dei documenti scritti sulle decisioni prese da Arexpo, la società proprietaria delle aree e responsabile dei progetti del dopo esposizione. E le risposte davanti a queste istanze? Sono state evasive, risultando incomprensibili e piene di dati falsi, come il verbale dello scorso 17 Marzo sulla riunione del cda di Arexpo che ora è in mano alla Consigliera del M5S, ma che risulta essere pieno di omissis al punto da essere inutilizzabile. Per questo, il rifiuto di fornire dati veritieri profuma di tutto tranne che di trasparenza.
A tale proposito, pochi giorni fa è stato pubblicato sul blog del M5S, un video intitolato “La barzelletta di Expo Mafia Free”, in cui la Consigliera regionale del M5S Silvana Carcano dichiara la difficoltà di risalire ai documenti e ai verbali relativi all’Expo: «Esperti di antimafia hanno suggerito da anni come affrontare il tema degli appalti nei cantieri e il tema è stato totalmente disatteso. Non sono stati portati avanti quei controlli che venivano suggeriti però chiedono oggi di fare luce. Lo stesso Maroni oggi diceva “facciamo luce su queste tematiche” – e poi continua, precisando – bene, ricordiamo a Maroni, come anche a Sala, come anche a Renzi, che fare luce su questi fenomeni significa innanzitutto nominare persone oneste e fare in modo che la politica rimanga più fuori da enti come ente fiera o come era Expo o come sarà il post Expo perché siamo già partiti male anche con i post Expo. Ad esempio Arexpo non ha ancora firmato il protocollo legalità. Abbiamo fatto passare un atto a Novembre dell’anno scorso, abbiamo sollecitato il nuovo prefetto di Milano, abbiamo sollecitato Expo mille volte per ottenere le firme ma ancora niente. C’è un problema di sottovalutazione e soprattutto di non conoscenza».
Ebbene, ad oggi dei verbali dei cda, che si sono tenuti da Luglio 2015 a Febbraio 2016 non si vede ancora ombra: sia quelli relativi ai tempi in cui il commissario Expo era Giuseppe Sala, sia quelli chiesti dopo le sue dimissioni al collegio dei liquidatori. Un vero mistero. Chissà se questi verbali pieni di omissis derivano da un finto oblio sugli ingressi mal gestiti, sui soldi truffati, e sull’intera mala organizzazione dell’Expo Milano 2015, oppure derivano da una casuale mancanza di precisione nei dati presenti in quei pochi verbali recapitati…
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