David Gilmour a Pompei torna a scrivere la storia del rock
«Stasera sarà la prima volta dal 79 d.C. in cui è presente un pubblico qui!». “Qui” è l’anfiteatro romano di Pompei e ad intrattenere il ristretto pubblico (solo 3000 fortunati) è David Gilmour. Un evento storico, reso ancora più iconico dal “dove” e dal “quando”: David Gilmour a Pompei era già stato con i Pink Floyd 45 anni fa, per registrare il film-concerto uscito nel 1972; mentre la data è quella del decimo anniversario dalla scomparsa di Syd Barrett, omaggiato da una lunga e struggente versione di Shine on You Crazy Diamond.
Proprio come 45 anni fa, ma stavolta con un pubblico vero: nel 1971 allo show assistette, infatti, solo la troupe di addetti ai lavori incaricata di filmare il Live at Pompei. “Stiamo per fare uno show in piena regola stasera” ha spiegato Gilmour a Rolling Stone poco prima di salire sul palco. “C’è il pubblico. C’è la pressione. Con i Pink Floyd era diverso, abbiamo suonato le stesse canzoni più volte. Stavamo registrando, il che significa che puoi fermarti, rifarlo, ecc…”. In scaletta 5 A.M, Rattle that Lock, Faces of Stone, What do You Want from me e le immancabili suggestioni di The Great Gig in the Sky e Wish You were here.
Ad ascoltare David Gilmour a Pompei anche gli ex-bambini che in visita agli scavi nel 1971 vi sorpresero la band inglese: “Chi immaginava, 45 anni fa, che oggi avremmo rivissuto questa grande esperienza. Siamo senza parole”. A quasi 50 anni da The Piper at the Gates of Dawn, il mito dei Pink Floyd continua a scrivere la storia della musica. David Gilmour a Pompei ha anche ricevuto la cittadinanza onoraria, conferitagli prima dello show dal sindaco Ferdinando Uliano. Sul libro degli ospiti d’onore della città il leggendario chitarrista ha scritto: “It’s nice to be home again”.
David Gilmour a Pompei
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Twitter autore: @JoelleVanDyne_