Dallas, Obama rientra prima dall’Europa
Barack Obama, dopo la strage di poliziotti a Dallas, ha deciso di saltare la tappa di Marsiglia del suo viaggio in Europa, dove si trova per presenziare al vertice Nato, e di fare subito rientro negli Stati Uniti.
Il presidente americano Barack Obama atterrerà a Washington domenica sera e, all’inizio della settimana prossima, si recherà subito a Dallas. Lì troverà una città totalmente sconvolta dagli eventi di questi giorni dopo che Micha Xavier Johnson, veterano di guerra, reduce dall’Afghanistan, ha impugnato un fucile AR-15 e ha ucciso a sangue freddo cinque poliziotti. Il killer è riuscito a ferirne altri sette, prima di essere a sua volta ucciso da un robot della polizia. Il venticinquenne, ex militare, era apparentemente vicino alle ideologie del Black Power e avrebbe agito da solo sparando per motivi razziali con l’intenzione di freddare più poliziotti bianchi possibile. Il movente principale del cecchino era infatti quello di vendicare gli afroamericani assassinati dalla polizia, proprio nel corso di una marcia contro la violenza da essa perpetrata.
Dallas in queste ore piange i propri morti, dilaniata dalle tensioni razziali e teatro di un massacro che affonda le sue radici nell’antico odio tra bianchi e neri, frutto anche di una tendenza della polizia americana a essere sempre più violenta e sconsiderata, spesso troppo incline a sporcarsi le mani del sangue di poveri innocenti.
Secondo il sindaco di Dallas, Mike Rawlings, la città ora sarebbe in sicurezza confermando, quanto dichiarato dal segretario alla Sicurezza nazionale Jeh Johnson che aveva affermato: “Sembra che ci sia stato un solo killer, senza legami di nessun genere a organizzazioni terroristiche internazionali“.
Il governatore del Texas Greg Abbott ha però sottolineato che è fondamentale accertarsi del fatto che non ci fossero complici di Micha Johnson e tuttora tre uomini sono ancora in stato di fermo. Ciò dimostrerebbe che le autorità stanno ancora indagando per assicurarsi, aldilà di ogni dubbio, che la strage sia stata solo un gesto isolato a opera di un folle. Il capo della polizia di Dallas David Brown ha commentato: “Questo attentato è stato organizzato con cura e con dovizia di particolari e noi non avremo pace finché la giustizia non sarà fatta“.
Ironia della sorte vuole che proprio nel mandato di Barack Obama, primo presidente afroamericano, si sia registrata così tanta irrefrenabile violenza verso gli afroamericani a opera della polizia. Secondo alcuni commentatori i fatti di Dallas denoterebbero tutta la debolezza di Barack Obama nell’ultimo anno del suo mandato presidenziale, e addirittura, per altri, il completo fallimento della politica del presidente che avrebbe spinto l’America alle soglie di qualcosa che ricorda molto una guerra civile.
Continuano infatti in tutti gli Usa le proteste di Black Live Matter, il movimento contro la violenza della polizia verso gli afroamericani. La notte scorsa le manifestazioni di protesta sono dilagate in diverse città americane. Ad Atlanta, migliaia di persone si sono riversate per le strade, chiedendo che le forze dell’ordine abbandonino la violenza e adottino un trattamento più equo verso le persone di colore. Persino il sindaco della città Kasim Reed ha partecipato attivamente alla manifestazione pacifica. A Phoenix, invece, secondo quanto riportato dalla Cnn, la polizia ha usato spray urticanti contro la folla che, dopo la manifestazione, non voleva disperdersi generando così ulteriori scontri. Moltissimi cittadini e attivisti per i diritti civili sono scesi in piazza in queste ore, per dare sostegno al Black live Matter, manifestando anche a Detroit, New Orleans, Baltimora, New York, San Francisco e persino a Londra.