Nucleare, i risvolti del vertice di Ginevra
Rodolfo Guzzi, Ricercatore in Fisica dell’Atmosfera e dello Spazio, spiega su La Voce di New York i risvolti scientifici dell’accordo sul nucleare raggiunto a Ginevra: «I materiali fissili utilizzati nelle bombe atomiche sono il plutonio 239 o l’uranio arricchito, che richiedono un ciclo di arricchimento dell’uranio a partire dall’isotopo dell’uranio 235 attraverso una reazione nucleare di fertilizzazione.
L’uranio presente in natura è una miscela del 99,3% circa dell’isotopo a numero di massa 238 e dello 0,7% circa dell’isotopo a numero di massa 235. Solo l’ultimo è fissile. Per poterne accumulare una quantità sufficiente occorre quindi “arricchire” l’uranio 235.
Il ciclo di arricchimento industriale ha inizio con la conversione dell’uranio naturale in esafluoruro di uranio (UF6), una sostanza gassosa che permette di sfruttare successivamente la diversa velocità di diffusione che contraddistingue 235UF6 da 238UF6 per separare i due isotopi.
Queste sostanze si possono portare allo stato gassoso a basse temperature, ciò consente di separare i due isotopi meccanicamente. La sostanza è centrifugata ad altissima velocità, in speciali ultra-centrifughe montate in serie (a “cascata”). Queste concentrano progressivamente l’isotopo 235 separandolo dall’omologo chimico 238, sfruttando la piccolissima differenza di peso specifico tra i due. L’uranio arricchito per le testate atomiche, per dar luogo alla reazione nucleare, è composto almeno per il 93% circa di U 235.
Il prodotto di scarto è l’uranio impoverito, cioè uranio con una frazione di U 235 inferiore allo 0,2% che viene usato per costruire proiettili e bombe in sistemi d’arma convenzionali capaci di perforare le corazze dei carri armati. La tossicità dell’uranio impoverito è molto alta ed è assai pericoloso, se inalato o ingerito.
Viceversa, per i reattori nucleari ad acqua leggera la concentrazione dell’uranio 235 deve passare dallo 0,71% a valori superiori al 3%, valori ben lontani dall’arricchimento necessario per fare la bomba nucleare». (fonte La Voce di New York)