Operazione Labirinto, indagato Antonio Marotta, esponente Ncd
Nell’Operazione Labirinto, che ad oggi conta 50 persone tra indagati e arrestati, riguardante i fatti accertati tra il 2013 e il 2014, oltre al coinvolgimento del faccendiere Raffaele Pizza, fratello dell’ex sottosegretario all’istruzione del governo Berlusconi, Giuseppe Pizza, a cui è stato attribuito un ruolo centrale nell’inchiesta ed ora agli arresti, vi sarebbe anche quello di Antonio Marotta, esponente Ncd.
Per Antonio Marotta, avvocato salernitano, precedentemente consigliere laico del Csm in quota Udc, eletto nel 2013 nella liste di Forza Italia e dal 2015 capogruppo in commissione giustizia alla Camera per Ncd, il Gip ha escluso la richiesta d’arresto per partecipazione ad associazione a delinquere, corruzione, finanziamento illecito dei partiti e riciclaggio portata avanti dai pm Ielo e Rocco Fava, mentre Antonio Marotta, esponente Ncd, sarebbe ora indagato per traffico di influenza illecita e ricettazione.
Le indagini dell’Operazione Labirinto, partite nel 2013, hanno fatto emergere un intricato sistema di tangenti per oltre 10 milioni di euro tra politici, funzionari e imprenditori per la ripartizione di appalti dei ministeri. Secondo quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche, nell’ufficio di Raffaele Pizza, in via Lucina, vicino al Parlamento, si sarebbero svolti gli incontri tra il commercialista Orsini, Pizza e Marotta, per il trasferimento e l’occultamento di denaro illecito. Dalle intercettazioni è emerso che proprio Marotta, nelle operazioni illecite si sarebbe avvalso della sua influenza in ambito giudiziario e nella Guardia di finanza per “coadiuvare le attività di illecita intermediazione”. Per Marotta era stato chiesto l’arresto, non concesso però dal Gip, per la “non sussistenza di un quadro grave”. Egli, per il Gip, avrebbe infatti agito “a valle dell’attività illecita” e non quindi “negli aspetti attinenti all’operatività dell’organizzazione”. Nel frattempo, Marotta ha affermato la sua estraneità ai fatti, dichiarando di “essere stato oggetto di un equivoco”.
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