De Gregori in “Amore e furto” all’Auditorium Parco della Musica
“Se siete qui due sono le cose: o non ve ne frega niente della partita o mi volete bene”: così ha esordito Francesco De Gregori entrando sul palcoscenico della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, dove il 2 luglio ha tenuto il suo concerto. Il pubblico, con grande sorpresa eterogeneo (molti i ragazzi), ovviamente lo adora e forse è da considerare la seconda ipotesi, anche perché a fine concerto lo stesso pubblico si è ritrovato, almeno per una buona metà, a guardare i rigori di Italia Germania davanti l’Auditorium.
Un grandissimo De Gregori ripercorre tutti i successi che hanno segnato la sua carriera, da La leva calcistica del’68, a Rimmel, da La donna cannone a Pezzi di vetro, per poi chiudere con una versione rivisitata di Buonanotte fiorellino, in pieno stile country-folk. Ma ai più grandi successi si sono intervallati alcuni brani estratti dall’ultimo progetto, Amore e furto, “rubati” ad “un signore americano che mi copia da una quarantina d’anni” come scherza De Gregori. E così, italianizzando i testi di questo “signore americano”, noto a tutti come Bob Dylan, ripropone il blues Servire qualcuno (Gotta serve somebody) o Un angioletto come te (Sweetheart like you) in una performance vocale e anche musicale (non potevano infatti mancare la chitarra e l’armonica) perfetta.
Ma il concerto di De Gregori è anche l’occasione per apprezzare tanta buona musica: i musicisti, quasi tutti polistrumentisti, si districano tra diversi strumenti in maniera inappuntabile: così un eclettico Alessandro Arianti, che passa dal piano, all’hammond, alla fisarmonica o Alessandro Valle al pedal steel guitar e mandolino. Mentre Elena Cirillo riesce a dare una bella prova delle sue abilità e vocali, facendo da contraltare alla voce di De Gregori, e musicali, grazie al suo violino. Largo spazio alle chitarre con Lucio Bardi e un grande Paolo Giovenchi, apprezzabilissimo nei numerosi assoli ed incursioni musicali nei vari brani; al basso e contrabasso Guido Guglielminetti. Poi, come ogni orchestra che si rispetti, non potevano mancare i fiati ed un ottimo batterista, Stefano Parenti.
Insomma uno spettacolo perfetto, dove tutto è stato studiato fin nei minimi dettagli, dalla performance dei musicisti alle suggestive atmosfere create dalle luci: il concerto di De Gregori quindi risulta piacevole anche per chi non conosce la musica di questo cantautore, che comunque almeno una volta nella vita andrebbe ascoltato poichè rappresenta una pietra miliare del cantautorato italiano.
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