Alluvioni: una catastrofe prevedibile
Gli eventi della Sardegna ci hanno messo ancora una volta di fronte alla potenza smisurata della natura che ci relega alla condizione di semplici spettatori o vittime di catastrofi che in nessun modo saremmo in grado di contrastare. L’alluvione, che il 18 novembre scorso ha letteralmente distrutto un parte importante dell’isola, è solo l’ultimo cataclisma che ha interessato il nostro Paese. Mentre facciamo la conta dei morti però, fermiamoci a pensare: è possibile evitare eventi simili? La risposta è no. Siamo in grado di prevederli e conseguentemente gestirli? Sì, possiamo farlo.
L’Anra, Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali insieme alla Milliman Italy, ha stilato un decalogo di norme da tenere in considerazione per gestire tali fenomeni in un’ottica di impresa. Innanzitutto l’elemento da tenere in considerazione è lo storico degli eventi, che fa subito emergere due importanti considerazioni: la frequenza di alluvioni principalmente in autunno e l‘aumento dei fenomeni dal 1948 ad oggi. Questi dati non sono irreperibili. Se non si dispone delle fonti ufficiali uno sguardo alla pagina di Wikipedia, riguardante la lista degli alluvioni in Italia, permette una lettura di queste statistiche semplice anche ad occhi poco esperti. Detto ciò, siamo quindi in grado di affermare la reiterazione e la ciclicità di questi eventi e la conseguente possibilità di prevenzione degli stessi. Dice a tal proposito Paolo Rubini, presidente dell’Anra: <<La fragilità del nostro Paese è in queste ore uno specchio tragico della scarsa capacità di gestire fenomeni naturali, purtroppo prevedibili nella loro ricorrenza ciclica. Dovrebbe essere al primo posto la cura e stretta sorveglianza di ponti, strade, infrastrutture, che in queste tragiche occasioni significherebbe anche vite umane che non si perdono su terrapieni insicuri o su vie con poca manutenzione”.
{ads1}
Veniamo ora al decalogo. In primis bisogna identificare le principali cause di inondazione, ovvero fiumi o canali che potrebbero straripare o flussi abbondanti di piogge. Importante poi è calcolare la probabilità degli eventi in base ai precedenti storici dei 500 anni precedenti. Stilare un mappa delle zone che potrebbero essere maggiormente colpite e monitorare costantemente le previsioni meteo e il livello dei canali adiacenti allo stesso modo risulta utile. Inoltre altro punto fondamentale è la costruzione di vere e proprie barriere fisiche, a protezione delle aree sotterranee soprattutto e la manutenzione costante dei sistemi fognari. A proposito di barriere, è fondamentale installare delle protezioni sui dispositivi elettrici o potenzialmente pericolosi e inquinanti e trasferire i macchinari di valore e deteriorabili altrove, nei piani superiori o in stabilimenti dove il rischio di inondazioni risulta più basso. In ultimo è fondamentale redigere un piano di emergenza, da mettere in atto durante l’evento e un piano post-alluvione.
Queste linee guida, che possono apparire talvolta scontate, non ricevono, malgrado la loro intuitività, la giusta attenzione, cosa che dovrebbe essere prioritaria sopratutto in quei territori con particolarità idrogeologiche. La prevenzione e la conseguente gestione dei fenomeni alluvionali, come quello che ha interessato purtroppo la Sardegna, è possibile. Ripartiamo da qui.
di Maria Chiara Pierbattista