Banche : il nuovo capitolo renziano

Il post Brexit è ad alta tensione sull’asse Roma-Berlino, nella saga delle banche Renzi e la Merkel fanno scintille.

Punto focale della diatriba è certamente l’incomprensione tedesca circa il quadro europeo sul piano assicurativo dei depositi bancari, il primo ministro tedesco di concerto con il numero uno della Bundesbank Weidmann sindaca a Roma l’aiuto alle banche nazionali in violazione delle regole europee della concorrenza, ma il premier italiano ribadisce di intervenire solo per salvaguardare i risparmiatori e non gli istituti di credito. La cancelliera però ribatte che «le regole non possono essere cambiate ogni due anni» e che «le basi attuali su ricapitalizzazione e risoluzione delle banche offrono possibilità per rispondere alle necessità degli Stati membri». La posizione tedesca sembra essere definitiva, il piano è stato concordato e prevede soluzioni in grado di risolvere ogni problematica, pur rimarcando la volontà di trovare un punto di incontro, l’UE sembra irremovibile sulla questione.

 

«Abbiamo una grande capacità di rispettare le regole e continueremo a farlo» riferisce il Presidente del Consiglio, «la questione bancaria non è all’ordine del giorno e non vede richieste di modifiche di regole. Nella situazione attuale se ci fossero problemi saremmo in condizioni rebus sic stantibus di proteggere i denari dei correntisti e dei cittadini. Non c’è rischio per il denaro del contribuente e del cittadino. Punto. Ci sono strumenti per arrivare a questo obiettivo rispettando le regole. Il resto sono discussioni tra gli addetti ai lavori. Noi – ha aggiunto – vogliamo cambiare le regole politiche del gioco in UE, non le regole bancarie, vogliamo parlare di asili nido, cultura e innovazione e non solo di burocrati e finanzieri».

Renzi comunque sonda il terreno di Bruxelles ipotizzando, come pubblicato anche su Repubblica, due possibili alternative: da una parte l’istituzione di una sorta di fondo Atlante bis per l’acquisto di crediti scaduti a prezzi di carico e la possibilità di portarli fuori bilancio per evitare le svalutazioni nei libri contabili; dall’altra parte ritiene che sarebbe auspicabile ottenere una deroga semestrale sulle regole del bail-in per tentare la salvaguardia del sistema mediante investimenti pubblici.

 

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