Lippi rinuncia al posto di DT azzurro

Sono state messe in atto le normative sul conflitto di interessi e a pagarne pegno questa volta è stato Marcello Lippi che ha rinunciato all’incarico di direttore tecnico della nazionali a causa dell’inconciliabilità di tale ruolo con quello del regolamento federale. L’articolo 3 comma 2 del suddetto recita infatti come non sia permesso ad un parente di un dirigente federale di esercitare la professione di procuratore, lavoro che svolge Davide Lippi. Il figlio del tecnico campione del mondo nel 2006 ha tra gli altri la procura di Chiellini: evidenti i rischi insiti in una tale concentrazione di interessi particolari.

Lippi avrebbe dovuto svolgere un ruolo di consigliere del neo-nominato tecnico azzurro Giampiero Ventura, nonché favorire la crescita di una scuola di tecnici federali per formare i Bearzot ed i Vicini del domani. Ormai libero da impegni dopo l’ultima positiva e remunerativa esperienza da allenatore in Cina nel Guangzhou, Lippi ha anticipato con la sua scelta la decisione della Corte Federale non esimendosi però dal lanciare una stoccata a mezzo stampa «Sono stato due volte allenatore della Nazionale e non c’è mai stato niente da dire. In un Paese in cui le cose non chiare sono tante, alla fine il problema sembrava fossi io e questo non lo accetto. Non voglio essere preso in giro, quindi rinuncio (..) Si parlava per me di un ruolo di supervisore, ma si prestava a troppe interpretazioni, grandi equivoci. Il rischio era di essere strumentalizzato. Io voglio salvaguardare la posizione di mio figlio, che si è costruito seriamente un lavoro nel tempo e non è giusto che rinunci per me. (..)»

Ora Tavecchio dovrà cercare un nuovo supervisore, il progetto dovrebbe andare comunque avanti. Quanto a Lippi, rimane in attesa di una nuova proposta.

 

Twitter: @MicheleSarno76

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