Fabio Fazio e il suo “periodo pop”, lontano dal talk politico
Fabio Fazio
Non fa in tempo ad uscire dagli studi di registrazione di Viale Mazzini, che già pensa alla prossima stagione televisiva, Fabio Fazio. Determinato, professionale e con un curriculum in Rai da fare invidia al più esperto dei suoi colleghi, il presentatore ligure (che, grazie all’ultima edizione di “Che tempo che fa”, è stato premiato negli ascolti con quasi 12% di share, circa 3 milioni e 200 mila telespettatori incollati davanti alla trasmissione della terza rete), in una recente intervista al “Corriere della Sera”, ha lasciato trapelare qualche anticipazione sul futuro di “Che fuori tempo che fa”, programma rivelazione del sabato sera di Rai 3, condotto da lui e da Massimo Gramellini.
“Fino a dicembre metterò da parte il sabato. Diventerebbe impossibile per me fare tre programmi, ma anche per il pubblico seguirli: rischierei di essere stucchevole”- ha dichiarato senza mezzi termini, facendo riferimento alle nuove dieci puntate del “Rischiatutto”, lo storico quiz show di Mike Bongiorno, ora ripreso dal conduttore ligure, e precisando che la messa in onda di “Che tempo che fa” della domenica subirà una variazione nell’orario: “Ci allungheremo oltre le 21.30, per tutta la prima serata”.
Una scelta impegnativa e necessaria, quella che conduttore, volta a non oscurare i cambiamenti effettuati nel corso di quest’ultimo anno all’interno del format. E’ un dato di fatto che l’impennata mediatica registrata sia nella nuova formula di “Che fuori tempo che fa”, sia nella versione domenicale di “Che tempo che fa”, è dovuta, in parte, alla quasi totale assenza della componente politica. Dalle star internazionali della domenica sera che si sono sedute sulla tradizione poltrona nera (tra queste spiccano Alicia Keys, Pedro Almodóvar e Charlize Theron), agli ospiti fissi del tavolo allargato del sabato (Nino Frassica, Fabio Volo e il “riesumato” Gigi Marzullo), la trasmissione è stata e sarà dirottata verso un indirizzo “pop”, basato esclusivamente sull’intrattenimento e sul rievocare e suscitare vecchie e nuove emozioni nello spettatore.
Una formula che si è rivelata vincente, stando alle dichiarazioni dello stesso Fazio: “È stata un’intuizione di due anni fa, allontanarsi sempre più dal talk politico e abbracciare un’atmosfera più pop. La politica è come se non esistesse più, logorata da vent’anni di berlusconismo e antagonismo prima; quindi dall’epoca di Monti in cui abbiamo convissuto con una sola parola d’ordine: baratro. Bisognava prendere atto di questo sentimento corrente e cambiare il programma. La tv va anche ascoltata: chi fa tv deve rinunciare alla pigrizia e ricominciare sempre da capo senza dare mai nulla per scontato”.
Ricominciare da capo e non dare mai nulla per scontato: questo il modus operandi di Fabio Fazio, una dichiarazione d’intenti che, ci auguriamo, venga colta ed applicata anche dai nuovi elementi del cast delle trasmissioni di “Che tempo che fa” e del nuovo “Rischiatutto”, entrambe orfane della regia di Duccio Forzano, collaboratore storico di Fabio Fazio.
“Con Duccio abbiamo lavorato tanti anni insieme, facendo cose bellissime. Vuole giustamente fare nuove esperienze, gli auguro il meglio. Arriva Cristian Biondani, con il quale ho già lavorato allo speciale di Rai Uno ‘Viva il 25 Aprile!’. E per il Rischiatutto ci sarà il regista Stefano Vicario” ha concluso il presentatore nell’intervista al Corriere, parole sentite e beneauguranti, ma che lasciano trapelare l’intenzione di non fermarsi e di volgere lo sguardo in avanti, verso nuove sfide.
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