Camorra: Arrestati a Napoli 90 esponenti del Clan D’amico

Una maxi operazione anticamorra ha portato all’arresto di 90 persone nel capoluogo campano accusate di far parte del Clan D’amico. Il Clan controllava da sempre il mercato di spaccio nella periferia di Napoli. Da tempo i carabinieri del Comando di Napoli erano impegnati in questa importante operazione, con una squadra di più di 300 uomini a disposizione. Rilevante, dopo la morte dei fratelli D’amico, la posizione di alcune donne del Clan. Infatti, in alcune intercettazioni, è la sorella dei D’amico, Nunzia, ad affermare “Ora la camorra siamo noi”, riferendosi alla componente femminile del clan. La donna, uccisa in un agguato poco meno di un anno fa, era oramai per tutti il Boss del clan.

Gli Arresti

La squadra speciale dei carabinieri ha blindato il rione Conocal di Napoli. Infatti, il clan, che si occupava maggiormente di gestire il traffico della droga e il racket delle estorsioni, agiva in uno scenario quotidiano, lavorando tra bambini che giocano e donne con le buste della spesa. Con questa indagine viene confermata quindi la posizione importante delle donne nel clan, grazie anche a numerose intercettazioni raccolte dal nucleo investigativo.

Il Clan

Riconoscibili da tatuaggi che ricordano il boss Antonio D’amico, detto “Fravulella”, i componenti del clan hanno da sempre avuto in mano le sorti della periferia est del capoluogo campano. Come già detto, dove c’è possibilità di estorsione e di spaccio, troviamo qualcuno di loro. Almeno fino all’arrivo del clan De Micco, che uccide la sorella di Fravulella, Nunzia, per aver detto no al pagamento di una tangente per rimanere a comando di quel territorio. Scene facilmente riconducibili alla serie Gomorra, ma qui si parla della quotidianeità. Saviano scrisse proprio sul Clan D’amico, dell’omicidio di un commerciante che rientrava a casa dopo il lavoro, incosciente di ciò che gli sarebbe accaduto. Così, sotto casa, con le buste della spesa in mano, viene freddato da tre colpi di pistola. Ancora oggi è mistero sull’accaduto, se si tratta di un errore o di una vendetta. Rimane il terrore di vivere in quartieri dove non vige la tranquillità, e dove un “proiettile vagante” può colpirti da un momento all’altro.

Vai alla homepage di Lineadiretta24

Vedi altri articoli dello stesso autore

Twitter: @devidmursi