Finale di Gomorra 2, le “pagelle delinquenti”
Finale di Gomorra 2, le “pagelle delinquenti”
Il finale di Gomorra 2 ci ha lasciato tutti senza parole, la serie prodotta da Sky ha chiuso il sipario per quest’anno ma ne è stata riconfermata ufficialmente una terza stagione. C’è ancora molto da attendere, nel frattempo potete gustarvi le nostre singhiozzanti “pagelle delinquenti”, che insieme a questo finale di stagione terminano qui. Fateci sapere che ne pensate, commentate, interagite.
[SPOILER ALERT]
Ciro Di Marzio. Lo vogliamo capire o no che lui è immortale? Non ha sette vite come i gatti, lui ha ingoiato la pietra filosofale, bevuto l’elisir di giovinezza, venduto l’anima al diavolo, insomma Ciro non muore mai anche se di tutta risposta tutti quelli che tocca gli muoiono appresso. Non che abbia avuto un ruolo da indiscusso protagonista in questo finale di stagione, nella 2×11 lo vediamo pochissimo più che altro nel rapporto con Genny e nel rabbioso tentativo di resistere all’offesa di Pietro Savastano. Ripercorriamo le tappe: Pietro Savastano ha già riconquistato mezza Secondigliano, Ciro è in preda ad un raptus di follia e tenta di organizzare un esercito di sgangherati a botte di 10.000 euro l’ora, in questa fase abbiamo il primo accenno di memorabilità: «L’unica cosa ch’a ce po’ fottere, è a paura». Ciro è carico a pallettoni! Non vede nisciun’ tant’è che O’Zingariello ha le sue perplessità, si reca presso Casa Savastano e te lo vende per trenta denari. Ciro però non è ancora in preda alla totale follia, tiene botta, scappa alla trappola de O’Zingariello e cerca altre sponde: Genny, che nel frattempo si è tramutato nel migliore dei wedding planner. Così discorrendo, il Di Marzio ti fa leva sulle vene scoperte del povero Genny: la conflittualità con il padre, l’amicizia d’infanzia, l’onore che n’omo ha da difenne! Ma nell’undicesima puntata nessuno di noi ha davvero compreso le potenzialità di quel discorso, è la dodicesima che ci apre delle praterie di racconto. Infatti, l’ultimissima puntata, vuole l’amato Cirù in preda ad una totale follia, infossato, colmo di sete di potere tant’è che ti scorta quella povera Maria Rita che manco Obama al G7. Inutile dirvi che Maria Rita, non c’è più. La morte di sua figlia per Ciro diventa la concretizzazione dei suoi fantasmi, la presa di coscienza che tutto quello che ha, aveva ed avrebbe avuto non ha alcun senso. Guarda la tomba e si accartoccia su un balcone, sarà Genny a ritrovarlo il mattino seguente, a mettergli una pistola in mano (e qui tutti abbiamo pensato “ tiè datte ‘na fucilata in fronte”) e a scegliere di salvarlo. Genny il redentore gli restituisce di nuovo (ancoraaa!) una vita!
Voto: 7 per l’immortalità
Genny Savastano: L’undicesima puntata è tutta la sua. Lui e Azzurra a Roma, piccoli imprenditori, crescono tra truffe e appalti truccati. Genny ha messo su una bella azienda di famiglia insieme al suocero camorrista, una holding costruita sulle mazzette e viva la vita! Gennaro, in poche parole, è felice. D’altra parte che gli manca? Si sta per sposare la cugina, non rischia pallottole ficcate in capo e tira avanti. Tuttavia, il caro Gennariello non è soddisfatto, tant’è che decide di non voler essere più secondo a nessuno, si veste di tutto punto, va in chiesa e recita i voti col sottofondo di Super Quark…ma…ma…nel frattempo vende il suocero alle guardie, grazie alla furbata di un tale Alfredo Natale che non s’è capito perché ha ammazzato un dottore. Giuseppe Avitabile, suocero del nostro Gennaro, finisce in galera e si dà alla “cinematografia” d’autore (credo che il film fosse Scuola di Polizia, ma si accettano suggerimenti). Ora Azzurra la storia del bliz al banchetto nuziale non se la beve e Genny te lo sgama co ‘na cena de pesce, lui da uomo del sud non cede e divincolandosi nei meandri della camera da letto (cuore al neon a parte) seduce e cinge, cinge e seduce l’Azzurra che alla fine accetta allegramente di far marcire il padre in galera. L’episodio si chiude con lui che dà una cazzottata alla sua faccia dipinta sul ritratto di famiglia, probabile regalo nuziale del padre. Già da lì qualche cosa dovevamo intuire. Arriviamo così alla finalissima, Genny ha un ruolo defilato ma decisivo, nel colloquio con Don Pietro lui non cede di un passo anzi, batte i pugni sul tavolo, vuole fasse pagà la droga sua e non sente ragioni. L’ultimo atto è quello in cui consegna la pistola nelle mani di Ciro, consegnandogli così la vita di suo padre. È stato così improbabile il tradimento di Genny a Don Pietro e alla memoria di Donna Imma? Considerando che i due baldi genitori te l’hanno vessato fin da piccolo, una l’ha mandato in Honduras a sboccà sangue, quell’altro gli ha detto: «Tu si u’ fij’ di Pietro Savastano, nient’ fori a chest’», non è che poi da Gennaro ci si poteva aspettare st’amor filiale, eh! Trent’anni de bullismo dentro casa ha subìto! atto finale di Gomorra
Voto: 8.5 Ambizioso
Pietro Savastano: Don Pietro chiude in bellezza due anni di Gomorra. Questo personaggio poteva regalarci di più? Boh, fatto sta che secondo noi meglio di così non se ne poteva andare. Pensiamoci su, ha vinto la guerra che voleva vincere, ha rotto anni d’astinenza grazie alla cara Patrizia, ha salutato la moglie e davanti alla sua tomba è stato ammazzato da Ciro. Insomma, un camorrista che vò di più dalla vita? Ci sono vari punti del racconto di Don Pietro che meritano comunque un esame approfondito. Primo punto: Don Pietro era un uomo attaccato alle tradizioni; già per come ha arredato casa, co’ tutte ste Maronne che San Giovanni Rotondo a confronto è più sobrio, si capisce che forse una ventata di freschezza nell’industria dello spaccio ci voleva e infatti c’ha pensato Genny. Punto secondo: Don Pietro è un fico, è un Don Giovanni. Lui è uno di quelli che non solo “l’amore inizia con la terza età”, ma da domani l’amore lo cerchi alle ACLI, ai campi di bocce, no al Cocoricò! La nuova frontiera del sesso è lì! Questa è la dichiarazione d’amore più bella mai sentita prima, tradotta: «L’offerta che ti faccio non è buona, ti devi prendere un vecchio con tutti i suoi fantasmi; che te ne viene? Niente. A parte il fatto di sapere che se questo vecchio ancora cammina è perché ci stai tu». Standing ovation di tutto il pubblico femminile, tutti in piedi per Pietro Savastano! In definitiva, sì la morte di Don Pietro lascia l’amaro in bocca, lo lascia per lo stile e la caratura del personaggio, basti pensare alla descrizione che fa del rapporto tra lo Stato e la Camorra: «Una cosa è il presidio fisso, un’altra cosa è il territorio e il territorio è nostro; la droga ce la portiamo noi, è la domanda che fa il mercato». E non basta questo, la morte di Don Pietro ha una narrazione che a pensarci su ha il sapore dell’incredibile. Riflettiamo: entra nel posto «Dove stanno le rose bianche prima che fa scuro» dentro a un carro funebre, e già da lì te porti un po’ sfiga, chiede perdono a Immarella e puff co’ Immarella si ricongiunge. In differita, il parto di Azzurra che ti dà alla luce, un nuovo, lavato con Perlana, piccolo Pietro Savastano. Fantastico. atto finale di Gomorra
Voto: 10 e lode e bacio accademico – Immenso!
Patrizia Santoro: Lo dice lei stessa: ha fatto il soldato, ha fatto l’ambasciatrice, ha fatto la colf, ha fatto persino la moglie. Che altro doveva fa’ sta povera crista! All’inizio dell’undicesima puntata la troviamo sfinita, dentro a un bugigattolo d’appartamento a raccattà le mutande dei fratelli che giustamente la insultano in malo modo. Perciò Patriziella si trasferisce a casa di Don Pietro che bello arzillo e co’ l’occhio malandrino, por’omo, si sente solo e cerca un po’ di compagnia. Una mano lava l’altra e qui ti parte un flirt che Beautiful a confronto gli spiccia casa. Donna Patrizia si sta mettendo sommessamente lo smalto, le cuffie cantano il classico neomelodico napoletano e zan zan… Il resto la regia ce lo lascia all’immaginazione… Tuttavia la mano di Don Pietro, quella, nun ce la putimm’ scurdà! Sul finale, Patrizia torna solo per mettere le cose in chiaro, della serie mo vabbè che vabbè ma fatela finita di martellare i maroni co’ la salma de tu moglie e la cresta de tu figlio perché sennò io te saluto. Così otterà la più surreale proposta di matrimonio mai scritta. atto finale di Gomorra
Voto: 8.5 Tosta
Malamore: Va citato solo per quel bacio alla croce sul petto, quello sguardo fisso su Maria Rita e quel colpo che ci ha lasciato tutti senza parole. Anche se c’è un’altra scena in realtà che va sottolineata, quella degli spacciatori come bookmakers, in sottofondo “Secondigliano Regna” e Malamore come The Lion King affacciato sul balcone, lui resta in ogni caso incommentabile.
Voto: 0 Incommentabile
Azzurra Avitabile: Ruolo defilato ma incisivo, è lei l’erede di Donna Imma? D’altronde c’è rimasta solo lei e la cara Patrizia, non credo molto incline ad un alleanza col duetto Genny-Cirù. Questo personaggio va comunque annotato per due motivi: 1) Tiene Genny per le palle e mette subito in chiaro che: «Ho tradito il sangue mio per te e per lui, ricordatelo sempre» 2) C’ha classe! Sbrillocchi da tremila carati a parte, è l’unica, l’unica, che c’ha un minimo di sacrosantissima classe!
Voto: 6.5 Da scoprire
atto finale di Gomorra
Grazie a tutti coloro che hanno seguito le nostre pagelle, alla prossima stagione di Gomorra!
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