Legge contro il negazionismo: come funziona all’estero?
L’Italia ha la sua legge contro il negazionismo. Dopo un dibattito durato parecchi anni, anche il nostro Paese, in ottemperanza alla decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia dell’Unione Europea del 2007, legifera su una materia tanto delicata e che in tutto il mondo ha creato non poche manifestazioni, anche eminenti, di dissenso.
Al di là della legittimità o meno della persecuzione giuridica del negazionismo, la legge contro il negazionismo approvata ieri a Montecitorio prevede la reclusione fino ad un anno e sei mesi o la multa fino a 6.000 euro per chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Inoltre, la legge contro il negazionismo prevede una reclusione da sei mesi a quattro anni per chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Di conseguenza viene vietato ogni tipo di organizzazione, associazione, movimento o gruppo che abbia tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, con pene che vanno dai quattro mesi ai sei anni a seconda del grado di coinvolgimento.
L’Italia, tuttavia, arriva in ritardo alla formulazione di una legge contro il negazionismo dell’Olocausto o dei genocidi in genere rispetto agli altri Paesi del panorama europeo. Vediamo quali sono e che tipo di leggi hanno adottato dagli anni quaranta in avanti, ricordando che il fondamento logico posto alla base delle leggi contro il negazionismo presenti in circa la metà dei Paesi d’Europa, è che il negazionismo nega dei fatti storici stabiliti dal Tribunale Militare Internazionale a Norimberga nell’agosto del 1945.
Austria.
In Austria vige fin dal 1947 la legge sulla denazificazione, che nei suoi emendamenti del 1992 prevede e sanziona il reato di negazionismo con la reclusione da uno a 20 anni (in casi pericolosi) per “chi nega, minimizza grossolanamente, approva o cerca di giustificare il genocidio nazionalsocialista o altri crimini nazionalsocialisti contro l’umanità in una pubblicazione di stampa, in trasmissione o altri mezzi di comunicazione”.
Belgio.
In Belgio la negazione dell’Olocausto è stata resa illegale a partire dal 1995 e con gli emendamenti del 1999, con pene detentive da 8 giorni a un anno e multe fino a 5000 franchi.
Francia.
In Francia fu clamoroso il caso del Prof. Faurisson, considerato il papà del negazionismo europeo, il quale fu rimosso dall’insegnamento e privato della pensione a causa delle sue tesi negazioniste nel 1990, anno di approvazione della legge Gayssot, che rende illegale in generale la messa in discussione dell’esistenza di reati che rientrano nella categoria dei crimini contro l’umanità, come definito nella Carta di Londra del 1945, sulla quale si basò il processo di Norimberga nel 1945-1946.
Germania.
La Germania vieta già nel suo codice penale l’incitamento all’odio contro segmenti della popolazione. Divieto che si applica anche ai casi di negazione dell’Olocausto. Il divieto è esteso anche all’uso dei simboli di “organizzazioni anticostituzionali”, come la svastica e le rune delle SS .
Nello specifico (in base agli emendamenti occorsi nel corso degli anni) sono previsti dai tre mesi ai cinque anni di reclusione per chi incita all’odio, calunnia, approva, nega o minimizza un atto commesso sotto il dominio del nazionalsocialismo del tipo indicato nella sezione del Codice di Diritto penale internazionale.
Israele.
In Israele una legge contro il negazionismo è stata approvata l’8 luglio del 1986. La legge prevede fino a cinque anni di reclusione per chi “per iscritto o con il passaparola, pubblica qualsiasi dichiarazione tesa a negare o diminuire le proporzioni degli atti commessi nel periodo del regime nazista, che sono crimini contro il popolo ebraico o crimini contro l’umanità, con l’intento di difendere gli autori di tali atti o per esprimere la simpatia o l’identificazione con loro”.
Polonia.
In Polonia, la negazione dell’Olocausto e la negazione dei crimini comunisti è punita dalla legge del 18 dicembre 1998, che prevede una multa o una pena di privazione della libertà fino a tre anni.
Spagna.
La Spagna punì la negazione dell’olocausto con la Ley Orgánica 10/1995 del 23 novembre 1995. Tale legge fu però dichiarata incostituzionale nel 2007. Tuttavia la giustificazione dell’Olocausto o di qualsiasi altro genocidio è un reato punibile con la reclusione, in conformità con quanto stabilito dalla Costituzione.
Ma questi sono sono alcuni degli Stati in cui la legge contro il negazionismo è stata approvata e a cui dopo il voto di Montecitorio si unisce l’Italia. Altri Paesi che hanno previsto in varie forme un reato di negazione dell’olocausto o dei genocidi sono la Svizzera, il Lussemburgo, l’Ungheria, la Romania, il Portogallo, i Paesi Bassi, la Lituania, il Liechtenstein, la Repubblica Ceca, la Bosnia-Erzegovina e l’Australia.
Torna alla home di Lineadiretta24
Leggi altri articoli dello stesso autore