Il ‘disturbatore’ di minori: Paolini accusato di pedofilia
Dopo essere stato per anni il ‘disturbatore’ per eccellenza del giornalismo italiano, con le sue continue ed insistenti incursioni in diretta, Gabriele Paolini è oggi accusato di pedofilia e sfruttamento della prostituzione minorile. Secondo quanto emerso dalle prime indagini, non solo è stato trovato in possesso di materiale pedo-pornografico, ma attraverso la sua popolarità utilizzava la chat per adescare i ragazzi in cambio di offerte in denaro per prestazioni sessuali.
È stato arrestato nei giorni scorsi a Trastevere con le pesantissime accuse di induzione alla prostituzione minorile e detenzione di materiale pedo-pornografico. I minori coinvolti per ora sarebbero tre, ma per gli inquirenti ce ne sono altri.
Sembrerebbe che il controverso personaggio fosse solito adescare le proprie vittime in chat, ma non solo. Gli incontri con i minori che poi avvenivano dal vivo, avevano luogo in uno scantinato nei pressi di Piazza Bologna, a Roma, da oggi posto sotto sequestro dai carabinieri. Paolini, dopo aver adescato i minori in chat, li invitava nello scantinato e in cambio di somme di denaro variabili, dai 15 ai 50 euro, chiedeva prestazioni sessuali. Sembrerebbe dalle indagini che, per superare le prime resistenze delle vittime, addirittura aumentava il compenso. È stata proprio la sua ‘notorietà’ , da quanto emerge dalle indagini del pubblico ministero, a far in modo che i minori venissero adescati e circuiti con maggiore facilità.
Le indagini su Paolini sono nate nel momento in cui i titolari di un laboratorio fotografico di Riccione hanno denunciato il fatto: avevano ricevuto, via internet da un laboratorio di Roma, alcuni file da stampare che ritraevano immagini choc di Paolini e alcuni ragazzi minorenni. L’arresto del ‘disturbatore’ è stato motivato da parte del magistrato con la motivazione che Paolini avrebbe anche documentato le prestazioni sessuali, con l’intento di diffondere il materiale pedo-pornografico a terzi. In questo caso, come confermano anche le parole del giudice per le indagini preliminari, l’arresto di Paolini è una vera e propria <<esigenza di difesa sociale>>. La vicenda drammatica è corredata dalle rivelazioni choc dei tre ragazzini che avrebbero confermato le accuse. Sembrerebbe, stando alle loro rivelazioni ascoltate dagli inquirenti con l’aiuto di uno psicologo, che Paolini agisse in maniera <<abile e con freddezza>>, con un modus operandi che andava avanti ormai da molto tempo e consisteva nell’adescare e convincere i minori a seguirlo nello scantinato. In questa vicenda, di rivelazioni drammatiche e agghiaccianti, dove a farne le spese sono sempre i minori, probabilmente la giustizia farà il suo corso, grazie soprattutto alle loro ammissioni, seppur orribili, per dimostrare le accuse verso un ‘mostro’.
di Chiara Caproni