Migranti morti nel Mediterraneo: sono 10.000 dal 2014
Dati spaventosi provengono dall’ONU e dal portavoce dell’agenzia per i rifugiati Adrian Edwards, che ha rivelato l’allarmante bollettino ONU sui migranti morti nel Mediterraneo, secondo cui le vittime dal 2014 ad oggi hanno toccato quota 10.000. Un dato a dir poco preoccupante, che sta spingendo i vertici dell’Unione Europea a risolvere la situazione migranti tramite la partnership con l’Africa lanciata dal commissario per la politica estera, Federica Mogherini, che grazie all’impegno del migration compact stanzierà circa 8 miliardi nel quadriennale 2016-2020 per il piano migranti.
Con l’estate alle porte e con i dati già allarmanti del primo semestre del 2016, sono infatti 2.814 i migranti morti in mare perlopiù provenienti dalla Libia e diretti alle nostre coste, sarà importante tenere alta l’attenzione sulla situazione del Mediterraneo. Anche il primo ministro Matteo Renzi, solo pochi giorni fa, aveva richiamato l’attenzione dell’UE, con la proposta poi accettata dal commissario Mogherini. Anche il Ministro Gentiloni si è espresso in merito: «La presentazione da parte della Commissione Europea della Comunicazione sugli aspetti esterni delle migrazioni costituisce un primo passo in direzione di quel cambio di rotta fortemente richiesto dall’Italia”»si legge in una nota della Farnesina. «Sulla base delle proposte della Commissione continueremo a lavorare con il massimo impegno affinché dal Consiglio Europeo di fine giugno possa arrivare una decisione comune per affrontare questa sfida, concretamente e con risorse adeguate».
Anche il Ministro degli esteri Libico, Muhammad al-Taher Sayala, è intervenuto sulla tragica situazione migranti, affermando che la Libia è solo un paese di passaggio e non il luogo di partenza. Ale proposte dell’Unione Europea di trattenere lì migranti, Sayala ha quindi risposto dicendo che i migranti dovrebbero tornare nelle terre da dove sono partiti e non fermarsi in un luogo di passaggio qual è appunto la Libia. Per l’Unione Europea, come si legge nell’ultimo comunicato stampa, creare canali legali, come quello con la Turchia, per spostare i migranti negli stati europei creando accoglienza e assistenza, è il metodo più immediato e corretto per salvare la loro vita ed evitare le migliaia di morti alle quali siamo costretti ad assistere giornalmente.
Secondo un dato che arriva dal Censis, senza immigrazione la nostra Italia avrebbe 35.000 classi in meno e 68.000 insegnanti in meno nelle scuole pubbliche, e 693.000 lavoratori domestici in meno. Inoltre senza immigrati l’Italia sarebbe sull’orlo di un pieno crac demografico con ben 2,6 milioni di giovani under 34 in meno. Solo l’1% di loro, però, percepisce una pensione.
Ed è proprio a questi nuovi italiani che si deve pensare se, come recitava Antonio Munoz Molina, «l’immigrato ha un mondo del passato a cui appartiene e un mondo del presente al quale sempre, più o meno, sarà estraneo; suo figlio invece sta in tutti e due e molte volte in nessuno. Per questo c’è bisogno che il processo di integrazione abbia successo, in modo che la seconda generazione non resti chiusa nel ghetto».
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