Stefano Cucchi: condanne per omicidio colposo
Stefano Cucchi, vittima dello Stato, torturato nella sua permanenza a Piazzale Clodio per la convalida del suo arresto, trovava la morte dopo cinque giorni di agonia nel “lager” del Pertini, ma non c’erano carnefici, nessuna responsabilità: agenti e medici tutti assolti fino a quando la Cassazione a dicembre annulla la sentenza di assoluzione del corpo sanitario disponendo un appello bis per omicidio colposo.
“Io non vorrei che Stefano Cucchi morisse per la terza volta: una prima volta lo hanno ucciso servitori dello Stato in divisa, si tratta solo di stabilirne il colore, la seconda volta lo hanno ucciso servitori dello Stato in camice bianco”, requisitoria durissima del Pg Eugenio Rubolino che descrive Stefano Cucchi torturato come Giulio Regeni.
Per il Procuratore Generale, infatti, Stefano è stato stato «pestato, ucciso quando era in mano dello Stato e fu ucciso da servitori dello Stato in camice bianco».
Frattura alla vertebra sacrale, trauma sopraccigliare con scorrimento del sangue, per migrazione, un forte dolore fisico, ecchimosi e lesioni alle gambe, un’emorragia alla vescica, insomma per il Pertini una situazione così banalmente traumatologica che si sarebbe assestata con la sola somministrazione di un antidolorifico, peccato che il solo effetto con un cuore già indebolito perchè non irrorato si è tradotto in un rilevante rallentamento del battito cardiaco.
A tutto questo si aggiunga una cartella clinica dal contenuto inverosimilmente fittizio, dove” l’apparato muscolare nel suo complesso, veniva definito tonico e trofico ma il paziente non aveva neppure i glutei per poter avere una iniezione”.
Stefano Cucchi abbanddonato nella malnutrizione, ricoverato quasi per imposizione in un reparto dove non sarebbe dovuto stare, nell’impossibilità assoluta di poter realmente comunicare con l’esterno, moriva così, da solo, tra pestaggi fantasma e nessuna responsabilità del corpo sanitario, una specie “unica” di suicidio.
Ora, finalmente, è giunto il momento di restituire dignità a Stefano, perchè una persona che sbaglia, se sbaglia, è giusto che paghi, ma non con la propria vita.
Stefano non ha avuto il tempo di fare un processo, la sua condanna è arrivata molto prima, così, gli è stato persino tolto il diritto ad essere colpevole, gli è stato rubato un futuro da innocente, dove? Nelle case di Giustizia, Tutela e Cure.
Il Pg ha concluso la sua requisitoria con la richiesta di cinque condanne: 4 anni di reclusione per il primario Aldo Fierro, e di 3 anni e 6 mesi per i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Silvia Di Carlo e Luigi De Marchis Preite.