Morto Muhammad Ali, addio alla leggenda del pugilato
È morto Muhammad Ali: la leggenda del pugilato si è spenta a 74 anni in un ospedale di Phoenix, Arizona. L’ex campione del mondo e oro olimpico era ricoverato dallo scorso 2 giugno in via precauzionale, data l’età e il morbo di Parkinson che lo affliggeva da ormai trent’anni. Dopo l’addio alla boxe negli anni ’80, Alì entra ed esce diverse volte dell’ospedale. L’ultima nel gennaio 2015 a causa di una grave infezione alle vie urinarie. La malattia iniziò a palesarsi già nel 1996, quando il tremore delle mani mentre accendeva la torcia olimpica fu evidente al mondo. Secondo alcuni esperti, la malattia potrebbe essere stata causata dai colpi ricevuti sul ring nel corso della sua carriera.
Morto Muhammad Ali, la sua leggenda resta indelebile – Stroncato da problemi respiratori che la malattia ha contribuito a rendere fatale, Ali non riusciva a parlare già da molto tempo e negli ultimi anni aveva scelto di ritirarsi a vita privata. La sua ultima apparizione in pubblico risale allo scorso 9 aprile, in occasione di una raccolta fondi per la lotta al Parkinson. La morte, avvenuta nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 giugno, è stata confermata dal portavoce della famiglia Bob Gunnell. Nato Cassius Marcellus Clay, cambiò il suo nome dopo la conversione all’Islam. Ali è stato sposato 4 volte e ha avuto 9 figli.
Morto Muhammad Ali, tre volte campione – Nel corso della sua carriera Muhammad Ali è stato campione del mondo per tre volte: l’ultima a 36 anni, battendo Leo Spinks. Il suo stile è stato considerato rivoluzionario: appartenente ai pesi massimi, era in grado di muoversi con estrema agilità e leggiadria sul ring. Non solo un grande sportivo: Ali resterà alla storia come una delle personalità più influenti del ventesimo secolo. Celebre il suo rifiuto a partire per la guerra in Vietnam, presa di posizione che gli costò il ritiro della licenza e l’impossibilità di salire sul ring fino al 1971.
Vai alla home page di LineaDiretta24
Leggi altri articoli dello stesso autore
Twitter autore: @JoelleVanDyne_