Golden State rimonta e va in finale

Gli Splash Brothers compiono l’impresa e Golden State recupera da 1-3 la serie contro Oklahoma e raggiunge Cleveland alle NBA Finals. Si parte giovedì notte in California. Tragedia nella lega, ucciso per un disguido un giovane giocatore di New Orleans.

4′ e 44” alla fine del primo tempo di gara6, Durant va a canestro su assist di Westbrook, Oklahoma sale 41 a 28. È presto, c’è tempo per recuperare, ma i Thunder hanno dominato le precedenti partite casalinghe ed era stato all’incirca quello il momento delle loro fughe definitive. Pare proprio che dopo San Antonio siano in procinto di creare un’altra sorpresa, per sfidare Cleveland e tentare di cancellare la loro nomea di incompiuti. Steve Kerr ha provato la mossa che fu vincente nelle Finals dello scorso anno: mettere Iguodala in quintetto al posto di Barnes, ma nel momento più difficile è stato Thompson a prendere per mano i detentori e a suon di triple a riportarli in partita. Sopito nel primo tempo, Curry è entrato in scena alla grande nel terzo quarto, le stelle di Oklahoma ribattevano colpo su colpo e a 5′ dalle fine i Thunder erano ancora avanti di sette lunghezze. Da lì è giunta la svolta: pressato da Iguodala, Durant ha forzato le conclusioni, Westbrook ha perso quattro sanguinosi palloni negli ultimi 100” e i due concluderanno con una percentuale al tiro di poco superiore al 30%. Di contro, gli Splash Brothers hanno imperversato sul parquet avverso continuando a infilare triple. Quelle di Thompson saranno alla fine ben 11 per 41 punti totali, suo picco di sempre nei playoff. Il parziale di questa porzione di match della durata di un supplementare è stato 19-5 per Golden State, fattore campo recuperato.

Gara7 di stanotte vedeva nuovamente i Warriors nel ruolo di grandi favoriti. Eppure per tutto il primo tempo è stata ancora Oklahoma a condurre, giungendo fino al +13 a metà del secondo quarto, proprio come nell’incontro precedente. Thompson è stavolta partito male, Curry è stato più continuo, ma l’azione combinata dei due, unita all’energia difensiva di Igoudala, ha permesso a Golden State di girare la partita nel terzo periodo, dove i Thunder hanno realizzato la miseria di 12 punti. Durant ha avuto una reazione di orgoglio, riportando i suoi a -4 a 1’40” dalla fine, ma è stata ancora di Curry l’ultima parola: tre liberi realizzati dopo un fallo di Ibaka, l’ennesima “bomba” messa a segno per giungere a 36 punti personali e dilatare il vantaggio a un definitivo +10.

Il gioco dal perimetro è stato fondamentale. Prima di questa serie il record di triple per una sequenza giunta a gara7 apparteneva a Dennis Scott e Ray Allen con 28. Ebbene, sia Thompson con 30 che Curry con 32 l’hanno battuto. Per Durant questo ha marcato la differenza, a suo avviso i Thunder sono stati superiori in ogni altro aspetto del gioco. In realtà nei momenti decisivi sono tornati a galla i consueti difetti di Oklahoma: eccessivo affidamento nelle prodezze delle due stelle, i quali prendono tiri che non dovrebbero, forzando spesso e scarso contributo dalla panchina. Durant si conferma grande ma non grandissimo ed è stato proprio lui fra tutti a tradire nella fase calda di gara6, quando la finale sembrava ormai certa. A Golden State è riuscita la decima rimonta da 3 a 1 nella storia della lega. Inoltre ha parzialmente ritrovato nel match conclusivo il contributo di Green. Può contare, come sempre, su Igoudala che, in gara7, è partito in quintetto per la seconda volta in tutta la stagione, mentre le alternative possono e debbono dare di più.

Cleveland si era distratta nei primi due incontri in Canada, ma nessuno riteneva davvero in bilico la serie e infatti è bastata maggiore applicazione per chiudere 4-2 con due nettissimi successi nelle ultime due gare. Love ha riscattato le incertezze degli incontri precedenti e, nella sfida conclusiva a Toronto, i Big Three hanno tutti sfondato il muro dei 20 punti, con Irving capace di metterne 21 nella sola ripresa. Dominante, come sempre, LeBron James che si è prodigato in elogi nei confronti dei due, non scontati considerando quanto esigente egli sia.

Stessa finale dello scorso anno dunque, ma stavolta i Cavs avranno Irving e Love sani, inoltre la serie con Oklahoma ha evidenziato qualche crepa nel meccanismo apparentemente perfetto di Golden State. Si comincia a Oakland in quella che per noi sarà la notte fra il 2 e il 3 giugno.

Chiudiamo con un’assurda notizia di cronaca. Bryce Dejean-Jones, 23enne guardia dei New Orleans Pelicans, è stato ucciso venerdì notte a Dallas. Il giocatore vi si era recato per festeggiare il primo compleanno della sua bambina, ma dopo aver litigato con la sua ex compagna è uscito e poi rientrato nel palazzo. Ha sbagliato appartamento, preso a calci e sfondato una porta dietro la quale il padrone di casa ha sparato uccidendolo per violazione di domicilio, in conformità con le leggi del Texas.

 

Twitter: @MicheleSarno76

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